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29/11/2018

DISINFORMAZIONE E FAKE NEWS: AGCOM E OLIO DI PALMA

 

AGCOM pubblica il rapporto tecnico “Le strategie di disinformazione online e la filiera dei contenuti fake” – Il caso dell’olio di palma fa scuola.

 

L’AGCOM ha recentemente pubblicato il rapporto tecnico “Le strategie di disinformazione online e la filiera dei contenuti fake”, che ha lo scopo di descrivere in modo specifico e dettagliato diversi fenomeni di disinformazione online che giornalisticamente vengono riuniti sotto l’unico cappello delle “fake news”.

Non è la prima volta che l’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile ha utilizzato questi termini per sottolineare quanta disinformazione sia stata fatta in merito all’olio di palma in questo paese e quanto sarebbe stato opportuno che le autorità preposte al controllo ed all’autoregolamentazione intervenissero a tutelare consumatori ed imprese.

Non possiamo quindi che accogliere con piacere ed interesse la notizia, soprattutto perché il documento dedica uno specifico paragrafo anche alle attività di disinformazione di natura commerciale, condotte sfruttando il clamore di temi sensibili come la salute e la sicurezza alimentare e suscitando preoccupazione tra i consumatori per attrarne l’attenzione e promuovere, in tal modo, la propagazione dei contenuti di disinformazione.

Tra le campagne di disinformazione, il rapporto AGCOM menziona espressamente quella contro l’olio di palma, materia prima vittima di un linciaggio mediatico mosso da motivazioni ideologiche ed economiche.

La strategia di disinformazione commerciale nel caso dell’olio di palma ha infatti fondato il suo successo sull’individuazione di temi sensibili per i consumatori diffondendo messaggi con contenuti fake (l’olio di palma è cancerogeno) per suscitare l’emotività e le preoccupazioni più profonde e promuovere prodotti alternativi.

Ricordiamo che l’AGCOM in passato aveva mostrato di aver ben compreso la natura della guerra commerciale in atto contro l’olio di palma, confermando la correttezza dei messaggi contenuti nella campagna di comunicazione dell’Unione Olio di Palma Sostenibile (spot), e ci auguriamo che possa presto intervenire anche con azioni più concrete per arginare questo fenomeno, sotto gli occhi di tutti, non solo sul web, ma anche su altri media e sui punti di vendita.

Come rileva correttamente l’AGCOM, i rischi che possono derivare da queste campagne di disinformazione sono molteplici e investono non solo le imprese, ma anche i consumatori e possono arrivare a condizionare le scelte di interi gruppi, con effetti su tutta la collettività ed il sistema economico nel suo complesso.

 

Il caso del boom di mercato dei prodotti “senza olio di palma” è emblematico.

La resistenza nel tempo delle fake news sull’olio di palma on line e la loro fruibilità, rappresentano una continua minaccia per la reputazione delle aziende, influenzano lo scenario competitivo e inducono il consumatore in confusione, impedendo in tal modo una corretta informazione e la corretta formazione di un’opinione sui prodotti e sulle loro caratteristiche.

Oltre a configurare in alcuni casi veri e propri atti di concorrenza sleale o forme di pubblicità ingannevole, pongono a rischio il benessere dei consumatori, che potrebbero essere indotti a compiere scelte alimentari scorrette.

Purtroppo, come la stessa AGCOM riconosce “gli interventi ex post di ripristino della correttezza delle informazioni – quando possibili – hanno scarso, se non nullo, effetto sui consumatori. Inoltre, in tutti i casi in cui le strategie di disinformazione si collocano in una zona grigia tra strategie commerciali e strategie politico-ideologiche, le conseguenze prodotte sulle credenze e sui comportamenti degli utenti investono temi di rilevante interesse pubblico come la salute e l’ambiente, con risvolti non solo di carattere economico ma anche sociale.” La messa al bando dell’olio di palma in diverse gare pubbliche per servizi di ristorazione scolastica e collettiva ne è un evidente esempio.

 

Clicca qui per il rapporto integrale  “Le strategie di disinformazione online e la filiera dei contenuti fake”è disponibile sul sito di AGCOM