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16/10/2018

L’OLIO DI PALMA SOSTENIBILE, IN EUROPA E’ UNA REALTA’. OTTIME NOTIZIE DALLA CONFERENZA ANNUALE EPOA DI MADRID.

 

Giovedì 4 ottobre 2018 a Madrid si è svolta la 6° Conferenza annuale dell’European Palm Oil Alliance, un incontro interamente dedicato al tema olio di palma sostenibile e al quale hanno partecipato rappresentanti di governi europei e dei paesi produttori, operatori del settore, esperti e organizzazioni non governative.

Come l’olio di palma sostenibile può contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (SDGs) è stato il tema centrale dell’incontro. Inoltre si è discusso di come le aziende, principalmente quelle alimentari, hanno intrapreso la giusta strada verso l’utilizzo di olio di palma 100% sostenibile. Il Presidente di EPOA, Frans Claassen, si appella a tutti gli attori della filiera dell’olio di palma (aziende, governi, produttori, ONG) che, solo unendo le forze e creando sinergie e campagne di comunicazione congiunte che guidino la trasformazione del mercato europeo, possono arrivare a renderlo sostenibile al 100%.

I principali paesi produttori di olio di palma si stanno già muovendo per rendere la filiera completamente sostenibile. In Indonesia, ad esempio, il Presidente ha imposto una moratoria sull’espansione delle piantagioni di olio di palma che ha già ridotto la deforestazione del 60%. Sia in Indonesia che in Malesia, i governi in collaborazione con il settore privato stanno sviluppando programmi di certificazione (ISPO e MSPO) più specifici ed efficienti in grado di monitorare e supportare la produzione sostenibile di olio di palma. Anche in Colombia il governo, i coltivatori e l’industria si stanno impegnando per completare il percorso verso la sostenibilità, nella consapevolezza di quanto sia importante lo sviluppo della produzione di olio di palma anche come alternativa alle coltivazioni illegali.

La coltivazione delle palme da olio ha impatti rilevanti anche sullo sviluppo economico e sociale dei paesi produttori. I rappresentati di Indonesia e Malesia, principali produttori, evidenziano quanto il ruolo delle piantagioni di palma da olio sia essenziale per l’economia locale. Basti pensare che in Malesia la filiera dell’olio di palma ha permesso una diminuzione della povertà arrivando a livelli inferiori al 5% e in Indonesia supporta la vita di 16 milioni di persone.

Qual è invece la situazione europea? L’industria europea si è attivata per assicurare che l’olio di palma usato sia sostenibile al 100%. Punto di partenza è la trasparenza e la tracciabilità della filiera produttiva dell’olio di palma. Nel 2017 quasi tutto (99%) l’olio di palma che è entrato in Europa è tracciabile fino ai molini. L’84% dell’olio di palma importato in Europa nel 2017 è coperto da aziende le cui politiche di sostenibilità sono focalizzate sull’ambizioso programma “No Deforestation, No Peatland and No Exploitation” (NDPE).

Cosa succede in Italia? “In Italia invece di sostenere con politiche coerenti agli impegni presi a livello internazionale (Dichiarazione di Amsterdam) continuano le campagne di demonizzazione e le iniziative di parlamento e governo ad esse ispirate. Sono ancora molti i falsi miti diffusi sul tema olio di palma. Questo è dovuto principalmente a una scorretta informazione e a un uso indiscriminato del claim “senza olio di palma” nelle etichette dei prodotti che troviamo ogni giorno sugli scaffali. L’obiettivo dunque che noi come Unione ci poniamo è quella di diffondere tra aziende e consumatori una corretta informazione che porti ad aumentare l’utilizzo di olio di palma sostenibile – ci spiega Giuseppe Allocca, Presidente dell’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile. – C’è poi un altro punto sul claim “free” che si sta rivelando sempre più importante: mentre gli aspetti potenzialmente fuorvianti sugli elementi nutrizionali sono rilevabili, sia pur con complesse comparazioni delle etichette, le implicite “superiorità” in materia di sostenibilità ambientale e di sicurezza dei grassi sostitutivi utilizzati nelle ricette non possono essere generalizzate, e mancano in ogni caso delle dovute dimostrazioni per i consumatori e i mercati.”

Dell’argomento etichette e claim “senza olio di palma” si è discusso anche a Madrid, in quanto il problema sta ormai assumendo un livello preoccupante a livello Europeo. Intervenendo durante l’expert meeting che ha preceduto la conferenza EPOC il Prof. Paganini, della John Cabot University, ha sottolineato come le discriminazioni dell’olio di palma che appaiono sui pack influenzano negativamente i consumatori e li spingono molte volte ad acquistare prodotti che credono molto più salutari e con un impatto ambientale minimo. Nella maggior parte dei casi l’assenza di olio di palma non corrisponde a livelli minori di grassi saturi e inoltre è fuorviante anche la questione ambientale in quanto l’olio di palma è la coltura più sostenibile (come specificato anche nel rapporto IUCN).

Come si legge nel comunicato stampa diffuso da EPOA, l’attuale immagine negativa dell’olio di palma ne ostacola la strada verso la completa sostenibilità. Tutti i delegati e rappresentanti presenti alla conferenza sono chiamati ad agire e a collaborare per incoraggiare pratiche sostenibili.

 

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