News

14/12/2018

MIGLIORATA LA PERCEZIONE DELL’OLIO DI PALMA TRA I CONSUMATORI ITALIANI, ANCORA CONFUSI DAL CLAIM “SENZA”

 

Secondo una ricerca di mercato della Kantar (“Palm Oil: Awareness, Attitudes and Consumer Behaviour”), che analizza la percezione e il comportamento dei consumatori nei confronti dell’olio di palma, l’Italia è l’unico paese dell’UE in cui la reputazione dell’olio di palma è migliorata nell’ultimo anno.

Finalmente dopo anni di “gogna mediatica”, anche grazie alle numerose prese di posizione delle autorità, della comunità scientifica e delle ONG ambientaliste, il percepito dell’olio di palma finalmente sta migliorando e assistiamo ad una inversione di tendenza. La percezione negativa degli italiani è scesa dal 49% al 43% per problemi legati alla salute e dal 47% al 43% per quanto riguarda l’impatto ambientale.

Lo studio ha coinvolto 17 paesi (divisi in 2 gruppi: UE e resto del mondo), con un campione rappresentativo di 1000 intervistati per Paese e confronta l’olio di palma con gli altri oli e grassi vegetali e animali (olio di oliva, burro, margarina, olio di girasole, lardo…).

La percezione dell’olio di palma varia da paese a paese. Solo in Italia, dove per prima si era sviluppata la campagna anti-palma, ma anche il relativo ribilanciamento, l’opinione sull’olio di palma sta decisamente migliorando, a differenza di altri importanti paesi europei. Per coloro che ancora pensano che l’olio di palma sia nocivo per la salute, la ragione principale è “perché l’hanno sentito dire o letto da qualche parte”.  Nelle motivazioni spiccano inoltre “perché sarebbe cancerogeno” o “perché contiene grassi che sono pericolosi per la salute”. Preoccupazioni scientificamente infondate come ampiamente dimostrato.

Sul fronte dell’impatto ambientale, in Italia in generale il tema resta meno sentito e comunque la tendenza è anche in questo caso in miglioramento.

In merito alle fonti di informazioni utilizzate, la maggior parte degli intervistati cita nell’ordine TV, stampa e internet. Le notizie sono strettamente correlate all’alimentazione. Il secondo argomento più popolare è ambiente/ecologia.

IL CLAIM “SENZA OLIO DI PALMA” E GLI ITALIANI

La maggior parte dei consumatori italiani associa l’olio di palma automaticamente al claim “senza olio di palma”. Lo stesso vale per gli altri paesi, soprattutto Spagna e Francia.

La familiarità con il claim “senza olio di palma” è notevolmente aumentata come diretta conseguenza dell’uso fuorviante che se ne fa in pubblicità, sui packaging e nella comunicazione nei punti vendita.

Dovrebbe far riflettere il fatto che il 57% delle persone intervistate non abbia una chiara idea su quali ingredienti abbiano sostituito l’olio di palma, né tantomeno se siano più salutari (65%)! Inoltre, sembra che i consumatori in realtà non siano affatto convinti che il prodotto sia più buono, visto che la percentuale di coloro che affermano di essere molto d’accordo con questa affermazione è pari appena all’8% (Fig. 1)

Fig. 1  Fonte: Kantar “Palm Oil: Awareness, Attitudes and Consumer Behaviour” – April 2018

Dato ancor più interessante: il 59% degli intervistati pensa che il claim “senza olio di palma” sia un “marketing trick” (Fig. 2).

Fig. 2  Fonte: Kantar “Palm Oil: Awareness, Attitudes and Consumer Behaviour” – April 2018

Non a caso, la riduzione della pressione pubblicitaria sul “senza olio di palma” negli ultimi mesi, si è tradotta anche in un rallentamento del trend di crescita delle vendite di questi prodotti, come mostrano i dati dell’ultima edizione di Osservatorio Immagino.

Ciò nonostante, questi dati dimostrano con evidenza quanto il claim “senza olio di palma” sul front pack ed in comunicazione resta un tema da affrontare, non solo in Italia.