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17/07/2017

No a prodotti con olio di palma nelle università delle Marche: Unione Olio di Palma Sostenibile “Decisione inaccettabile, pronti a vie legali

 

Il Consiglio Regionale delle Marche con la delibera n. 54 ha da poco approvato il “Piano Regionale per il diritto allo studio per il triennio 2017-2019”. Su richiesta del Consigliere Giovanni Maggi del Movimento 5 Stelle al punto 5.3.1 è stato introdotto l’invito a privilegiare prodotti non contenti olio di palma.

“La decisione della Regione Marche di puntare su prodotti “senza olio di palma” ci lascia esterrefatti e ci appare del tutto immotivata. Non esistono presupposti normativi e scientifici per invitare le mense universitarie a preferire prodotti “senza olio di palma” criminalizzando, di fatto, un ingrediente. Siamo pronti ad intervenire sul piano legale per tutelare le nostre posizioni e quelle dei consumatori”, afferma Giuseppe Allocca, Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, a commento del Piano approvato.

“Se l’intento della Regione Marche – prosegue Alloccaè quello di promuovere un’alimentazione sostenibile e di tutelare la salute dei consumatori, ricordo che – per impiego di terra, acqua, fertilizzanti e pesticidi – l’olio di palma è più sostenibile rispetto agli altri oli vegetali.). Dal punto di vista nutrizionale ad oggi, nessun Istituto o Ente o Organizzazione nazionale o internazionale ha mai ritenuto di vietare l’olio di palma dall’alimentazione né di limitarne l’uso in via precauzionale. Tra l’altro, diversi prodotti con olio di palma mostrano quantitativi di grassi saturi simili se non inferiori ai prodotti in cui l’olio di palma è stato sostituito con altri oli, come dimostrato anche da un recente rapporto pubblicato da Campagne Liberali”.

 “Infine – conclude Allocca – per quanto riguarda il tema sostenibilità, non possiamo non tener conto del fatto che la firma da parte del Ministro Gian Luca Galletti della Dichiarazione di Amsterdam impegna anche il nostro Paese a promuovere iniziative volte ad assicurare una filiera dell’olio di palma 100% sostenibile entro il 2020. E’ un impegno importante che non può essere ignorato e, soprattutto, disatteso dalla pubblica amministrazione. Le imprese aderenti all’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile (Ferrero, Nestlé, Unigrà e Unilever) sono da tempo in prima linea per assicurare il rispetto di criteri sempre più stringenti al fine promuovere una filiera sempre più sostenibile. Il boicottaggio dell’olio di palma, a tutti i livelli, compresa la ristorazione collettiva nel settore pubblico, non solo non è la soluzione ma è in evidente contraddizione con le politiche di sostenibilità condivise dal nostro Governo.”

La scienza di fatto conferma che l’olio di palma sostenibile se consumato nell’ambito di una dieta bilanciata può far parte della nostra alimentazione e aiuta a rispettare l’ambiente:

  • lo studio della Nutrition Foundation of Italy, sottoscritto da 24 esperti italiani e pubblicato da vari organismi rappresentativi delle più importanti società medico-scientifiche nazionali, afferma che l’olio di palma è un ingrediente che può far parte a pieno titolo della nostra alimentazione e che non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata;
  • l’Istituto Mario Negri, che ha realizzato un’analisi su 51 studi e ricerche scientifiche, ha notevolmente ridimensionato il ruolo negativo degli acidi grassi saturi (di cui è composto l’olio di palma per circa il 49% – persino meno del burro) sull’innalzamento del colesterolo sanguigno, principale fattore di rischio delle malattie cardiovascolari;
  • l’Istituto Superiore di Sanità ha tra l’altro affermato che: La letteratura scientifica non riporta l’esistenza di componenti specifiche dell’olio di palma capaci di determinare effetti negativi sulla salute, ma riconduce questi ultimi all’elevato contenuto di acidi grassi saturi dell’olio di palma rispetto ad altri ingredienti alimentari” sottolineando che oltre l’80% dei grassi saturi che assumiamo deriva da altri alimenti quali carni, latticini, uova, altri olio e grassi, etc.;
  • La stessa EFSA, peraltro, sta rivedendo il suo studio circa i livelli di contaminanti tollerabili per l’uomo, alla luce delle più recenti e rassicuranti indicazioni fornite in merito da FAO e OMS. Va inoltre considerato che l’industria alimentare ormai da tempo impiega olio di palma mitigato cioè lavorato a temperature sotto i 200°C e perciò sostanzialmente privo di contaminanti.
  • Come ben evidenzia lo studio Climate Focus, sono gli allevamenti, la soia e il mais i principali responsabili della deforestazione, tanto che il contributo dell’olio di palma alla deforestazione tropicale globale è stimato intorno al 5% (dati Global Forest Resource Assessment 2015 della FAO).

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