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24/08/2017

Olio di palma e deforestazione: ecco cosa c’è da sapere

 

L’ EPOA (European Palm Oli Alliance) ha recentemente diffuso alcuni dati su olio di palma e deforestazione, elaborati su fonti ufficiali (FAO, Global Forest Watch e Oil World) che forniscono un quadro molto chiaro della questione olio di palma e suo contributo alla deforestazione.

Innanzitutto va osservato che:

1. l’estensione delle piantagioni di olio di palma è pari appena al 6,6% delle terre complessivamente dedicate alla produzione di olii vegetali;

2. ciò nonostante, la produzione di olio di palma rappresenta il 38,7% della produzione globale di olii e grassi.

foto articolo deforestazione

 

 

3. l’incidenza delle piantagioni di olio di palma sul totale delle superfici disboscate è pari al 5%

4. Solo l’11% degli incendi registrati in Indonesia nel 2016 si è verificato in concessioni dedicate alla coltivazione di palma da olio

 

Deforestations and Forest Fires_FINAL_ITA

 

5. The New York Declaration on Forests (NYDF) Assessment Coalition è un network indipendente di istituti di ricerca e organizzazioni che, ogni anno, misura i progressi fatti in materia di difesa delle foreste con l’obiettivo, tra gli altri, ridurre la deforestazione (sia quella causata dall’agricoltura che quella non agricola) entro il 2030 (clicca qui per maggiori info). La NYDF ha messo in evidenza i settori che maggiormente causano deforestazione, ovvero:

  1. Allevamenti
  2. Soia
  3. Legname e cellulose
  4. Olio di palma.

commodities

 

In questi settori, nel corso degli anni, il numero delle imprese che si stanno impegnando per una filiera sostenibile e che causa zero deforestazione è aumentato. NYDF, nell’ultimo report Climate Focus, ha evidenziato il fatto che la maggioranza delle 629 aziende che hanno firmato l’impegno deforestazione zero (69%) appartengono al settore della produzione di olio di palma.

Negli ultimi anni si è fortemente sviluppata l’esigenza di rendere ancora più stringenti le regole per minimizzare gli impatti della produzione dell’olio di palma. In tale contesto, si inserisce ad esempio il Palm Oil Innovation Group (POIG), iniziativa che – partendo dai requisiti di RSPO – mira ad applicare criteri più stringenti a protezione delle foreste e delle comunità (http://poig.org/). Insieme ad alcuni produttori e aziende di beni di consumo, sono 9 le associazioni ambientaliste che aderiscono al POIG – tra queste Greenpeace, WWF e Rainforest Action Network. L’obiettivo è quello di promuovere pratiche di sostenibilità della filiera dell’olio di palma sempre più rigorose.

Approvvigionarsi con olio di palma certificato sostenibile significa puntare su controlli tali da garantire tutela del territorio e rispetto per l’ambiente e per i diritti dei lavoratori. Proprio la via della certificazione appare oggi l’unica soluzione possibile per mantenere inalterato l’ecosistema dei Paesi produttori. Questa è anche la posizione di WWF Italia che invita i consumatori a non boicottare l’olio del frutto di palma (così si favorirebbero solo oli vegetali alternativi spesso con un impatto maggiore dal punto di vista ambientale) ma a chiedere ai propri marchi di riferimento di approvvigionarsi con olio certificato sostenibile.