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14/08/2017

Olio di Palma le evidenze della scienza. Uso alimentare dell’olio di palma ed effetti sulla salute umana. Lo studio della Nutrition Foundation of Italy

 

 

L’olio di palma è impiegato dall’industria alimentare in tutto il mondo per le sue favorevoli caratteristiche, la sua ampia disponibilità, l’ottima resa produttiva. Tuttavia, specie nel nostro Paese, il suo uso è stato oggetto di un dibattito mediatico intenso.

A tal proposito la Nutrition Foundation of Italy ha organizzato, il 3 maggio 2016, un Simposio cui hanno partecipato esperti del settore e un’ampia rappresentanza di Società Scientifiche italiane, di ambito medico e nutrizionale. L’attenzione si è focalizzata sugli aspetti nutrizionali e tecnologici dell’uso dell’olio di palma.

Nell’olio di palma, oltre a piccole quantità di acidi grassi a corta catena (acido laurico, caprilico e caprico) è presente anche una consistente quota di insaturi, e in particolare di acido oleico (39%) e di acido linoleico, un polinsaturo della serie omega-6 (10%). Nel complesso vi è quindi un buon equilibrio (circa 1:1) tra i saturi e gli altri componenti mono e polinsaturi, che posseggono, come è noto, un ruolo favorevole sul piano nutrizionale.

Come si spiega anche in questo articolo pubblicato sulla rivista AP&B, Alimentazione Prevenzione e Benessere, gli esperti consultati da NFI hanno concluso che “Alla luce delle evidenze scientifiche raccolte fino a oggi, l’assunzione di olio di palma non sembra rappresentare un tema prioritario per la salute degli Italiani.” Secondo gli esperti quindi “L’olio di palma va considerato al pari degli altri condimenti (siano essi solidi o liquidi) ricchi di acidi grassi saturi. Gli studi, infatti, non forniscono evidenze di un’associazione, diretta o indiretta, tra consumo di olio di palma ed effetti negativi sulla salute, generale o cardiovascolare. La sostituzione dell’olio di palma con altri grassi nelle produzioni industriali (ove possibile) potrebbe migliorare la frazione lipidica di questi prodotti, ma probabilmente senza un impatto determinante sul pro lo nutrizionale complessivo”. 

Nelle prossime settimane approfondiremo tutti gli aspetti trattati da questo interessante studio. Per il documento completo clicca qui