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12/04/2021

APP PER LA SPESA: FONTE DI CONFUSIONE O ALLEATE DEL CONSUMATORE?

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Le app per la spesa stanno diventando un fenomeno di tendenza. Non si tratta di semplici “liste della spesa” digitali, ma di guide all’acquisto che dispensano valutazioni di tipo nutrizionale ed etico su ogni singola referenza ed eventualmente ne sconsigliano l’acquisto suggerendo prodotti alternativi. Basta avventurarsi tra gli scaffali armati del nostro smartphone e inquadrare il codice a barre e un “nutrizionista virtuale” ci guiderà.

In realtà i nutrizionisti in carne e ossa ci ripetono da sempre che non esistono alimenti buoni e cattivi e che è importante seguire una dieta bilanciata facendo attenzione alle quantità ed alla varietà degli cibi che si portano in tavola.  Molto meglio fare la spesa in modo consapevole guidati dal proprio buonsenso e leggendo bene le etichette che rischiare di essere fuorviati da valutazioni approssimative. Insomma, come concludono Agostino Macrì e Andrea Ghiselli nell’articolo “Ma dove vai se l’app non ce l’hai?” pubblicato su Sicurezza Alimentare, di queste app, tutto sommato, si può fare tranquillamente a meno.

Anche il Dr. Giorgio Donegani, in una recente intervista pubblicata su NutriePrevieni, ha espresso forti dubbi sull’attendibilità di questi strumenti. Con riferimento l’app Yuka ha dichiarato che “Effettivamente ci si imbatte in valutazioni avventate che inevitabilmente compromettono la credibilità dell’app, come ad esempio il responso fornito su alcuni biscotti, valutati in modo pessimo perché contenti lecitina di soia, vanillina o bicarbonato, considerati genericamente additivi e quindi dannosi per la salute. Discutibile anche il giudizio espresso sul cioccolato fondente al 74%, bocciato perché probabilmente contaminato da pesticidi e troppo ricco di grassi saturi e zucchero. I parametri presi in considerazione lasciano quantomeno forti dubbi di attendibilità”.

Il “senza olio di palma” sbarca anche nelle app

Ma le perplessità di Giorgio Donegani non finiscono qui. L’esperto è molto critico anche sul fatto che attivando le opzioni a pagamento di Yuka sia possibile filtrare i prodotti “senza olio di palma”:

“Il “senza olio di palma” tende semplicemente a cavalcare un trend di mercato che anche le nuove linee guida per la sana alimentazione del CREA hanno criticato. Evidentemente non viene incontro ad alcuna indicazione salutistica quanto piuttosto ad un claim diffuso ed espressione significativa della infondata campagna denigratoria promossa contro l’olio di palma. È stato ampiamente dimostrato come in realtà il consumo di olio di palma e di grassi saturi in generale, al pari della maggior parte degli alimenti, costituisca una minaccia solo in presenza di un abuso. In conclusione, alla già discutibile attendibilità delle valutazioni, in questo caso si aggiunge anche l’incomprensibile adozione di claim non scientificamente supportati ma semplicemente di tendenza.”

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L’app spagnola “Alimenthia” elimina la funzione “senza olio di palma” e la comunicazione ingannevole

Sebbene non risponda ad esigenze di salute (non trattandosi di un allergene come il glutine o il lattosio) o nutrizionali, né tantomeno ad esigenze di sostenibilità e di tipo etico, dal momento che non si fa distinzione tra olio di palma certificato sostenibile e olio di palma convenzionale, sono diverse le app che hanno ceduto alla moda del “senza olio di palma”. Oltre a Yuka, anche Oplà ed Edo, ad esempio. 

Molto interessante è il caso dell’app spagnola “Alimenthia”,  sviluppata per guidare i consumatori affetti da allergie o intolleranze alimentari, che ha provato a lanciare una nuova versione arricchita con la funzione che consentiva di escludere i prodotti con olio di palma.

La Spanish Foundation for Sustainable Palm Oil è intervenuta con successo segnalando il caso ad Autocontrol  (l’istituto spagnolo di autodisciplina pubblicitaria), ottenendo da Atram Digital Solutions SL, società sviluppatrice dell’app, l’ eliminazione tutte le informazioni relative al “senza olio di palma” dall’app e dai materiali di comunicazione e l’impegno a non riproporle in futuro.

Una decisione sicuramente responsabile che speriamo possa servire da monito per altri sviluppatori.