Recentemente, il World Research Institute (WRI) ha pubblicato un rapporto con dati aggiornati al 2022 sulla deforestazione globale. Come ampiamente riportato dai media, nonostante tutti gli impegni presi, la deforestazione continua ad un ritmo preoccupante. Secondo i nuovi dati dell’Università del Maryland e disponibili sulla piattaforma Global Forest Watch (GFW) del WRI, la perdita di foresta primaria tropicale nel 2022 è stata di 4,1 milioni di ettari (+10% rispetto al 2021), l’equivalente della perdita di 11 campi di calcio al minuto e ha prodotto 2,7 gigatonnellate (Gt) di emissioni di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni annuali di combustibili fossili dell’India.
Quello che è altrettanto importante portare all’attenzione dell’opinione pubblica è la conferma dei progressi positivi compiuti dai principali paesi produttori ed esportatori di olio di palma nella lotta alla deforestazione.
Non solo si confermano i trend drasticamente in calo in Indonesia, Malesia, ma anche dalla Colombia e dal Guatemala arrivano segnali positivi in termini di riduzione del tasso di deforestazione.
Questi risultati – che premiano l’impegno costante dei paesi produttori di olio di palma per ridurre al minimo la deforestazione – vengono attribuiti dagli esperti a vari fattori, tra cui certamente una maggiore consapevolezza e politiche più severe nei paesi produttori.
L’Indonesia si piazza al primo posto nella classifica dei paesi piu virtuosi, facendo registrare un calo significativo del 64% della perdita di foreste primarie dal 2016.
Le politiche governative e le azioni correttive – si legge nel rapporto del WRI – hanno contribuito a questa riduzione, in linea con il raggiungimento dell’obiettivo dell’Indonesia di diventare Net Sink (ovvero emissioni negative di CO2) entro il 2030. Maggiori sforzi di prevenzione e monitoraggio degli incendi, cessazione della concessione di nuove licenze su foreste primarie o torbiere (moratoria), applicazione della legge e un rinnovato impegno non solo per proteggere e ripristinare le torbiere, ma anche per riabilitare le mangrovie, hanno portato a un minor numero di incendi e alla minore perdita di foreste primarie.
Anche gli impegni aziendali obbligatori e volontari sembrano funzionare.
La Malesia si piazza al quarto posto, con una riduzione del 57% della perdita di foreste primarie dal 2014.
Anche la perdita di foreste primarie in Malesia è rimasta bassa nel 2022 e si è stabilizzata negli ultimi anni grazie all’azione positiva delle imprese e del governo che ha imposto la certificazione obbligatoria MSPO, fissato limiti di area per le piantagioni e emanato nuove leggi forestali nel 2022 per inasprire le sanzioni per il disboscamento illegale.
Riconoscere questi notevoli progressi e tenerne conto è imperativo per avere una corretta percezione del problema. Il nuovo regolamento EUDR appena entrato in vigore e le analoghe misure attualmente allo studio in altri paesi importatori, in particolare nel Regno Unito e negli USA, dovrebbero, se correttamente implementate, contribuire a raggiungere piu rapidamente l’obiettivo deforestazione-zero a livello globale nella filiera dell’olio di palma.
I governi dei paesi produttori ed importatori e le imprese utilizzatrici svolgono un ruolo cruciale nell’affrontare questa sfida e supportare l’espansione della domanda di olio di palma certificato sostenibile. Gli appalti pubblici ad esempio hanno un grande potenziale. Inoltre è necessario accrescere la consapevolezza dei consumatori con una comunicazione corretta che incentivi l’impiego ed il consumo di olio di palma proveniente da filiere di approvvigionamento certificate sostenibili.