News

19/08/2024

Giornata Internazionale dell’Orango – Il punto di vista di Michelle Desilets, Orangutan Land Trust

 

La Giornata Internazionale dell’Orango si celebra ogni anno il 19 agosto per ricordare l’importanza di proteggere questa specie e promuovere sforzi di conservazione che possano garantire loro un futuro. Michelle Desilets, Direttore Esecutivo dell’Orangutan Land Trust, membro sostenitore dell’Unione Italiana per l’Olio d Palma Sostenibile ci racconta in questo articolo come attraverso la sensibilizzazione, l’educazione e il supporto a organizzazioni dedicate, possiamo contribuire a proteggere gli oranghi e il loro habitat.

Ah… un’altra Giornata Internazionale dell’Orango è arrivata. Non riesco a ricordare esattamente quanti anni fa noi dell’Orangutan Land Trust, insieme ad altre organizzazioni per la conservazione degli oranghi in tutto il mondo, abbiamo creato la Giornata internazionale dell’orangutan per aumentare la consapevolezza sugli oranghi. Ma quest’anno, quando ho iniziato a scrivere questo pezzo, ho dovuto chiedermi: “Cosa posso dire quest’anno che non abbia già detto per così tanti anni consecutivi?”. Ho cercato ispirazione da uno dei nostri principali consulenti scientifici, che mi ha offerto alcune idee che correvano sulla falsariga di tutte le cose che da qualche tempo stanno andando storte nella conservazione degli oranghi. Ho risposto che ero alla ricerca di  qualche argomenti più “positivo” per celebrare la giornata. A quel punto, con il mio amico esperto ci siamo confrontati cercando di scavare più a fondo alla ricerca di nuovi spunti, alcuni dei quali vorrei condividere qui.

 

Cosa funziona nella conservazione degli oranghi?

 

La gestione a lungo termine dell’habitat degli oranghi frammentato dalle attività legate alla palma da olio, come dimostrato in particolare dal lavoro svolto nel paesaggio di Kinabatangan nel Sabah. Si può dire che l’impegno dei coltivatori di olio di palma e delle ONG per migliorare la connettività di oranghi, elefanti e altre specie sia il fiore all’occhiello. Ma attualmente, questo non può essere portato facilmente su vasta scala perché non ci sono abbastanza ONG né abbastanza finanziamenti. Ciò che è particolarmente necessario per l’upscaling sono nuovi approcci nella gestione da parte del governo, delle imprese e delle comunità.

La scienza collaborativa (citizen science) è uno strumento emergente efficace nella conservazione degli oranghi. Borneo Futures ha aperto la strada allo sviluppo e alla sperimentazione di queste attività di monitoraggio della biodiversità per l’agroindustria, collaborando con una compagnia indonesiana di olio di palma che conta oltre 1200 scienziati non professionisti attivi che finora hanno registrato oltre 125.000 osservazioni sulla fauna selvatica. “I dati risultanti sono di qualità sufficientemente elevata da guidare la gestione della conservazione. Questo approccio potrebbe far risparmiare alle aziende molto tempo e denaro rispetto ai metodi tradizionali in cui piccoli team di specialisti della conservazione tentano di registrare dati sulle specie per vaste aree. Inoltre, questo metodo stimola l’interesse personale per la conservazione e rende il personale dell’azienda orgoglioso di svolgere un ruolo nella gestione della biodiversità”. L’importanza di un reale monitoraggio della biodiversità nelle piantagioni non va sottovalutata. Purtroppo, pochissime aziende vanno oltre la semplice segnalazione della presenza (o dell’assenza) degli oranghi (o di altre specie). Ma non basta limitarsi a questo perché se qualcosa che era presente durante la valutazione HCV (alto valore di conservazione) e successivamente se ne rileva l’assenza, è per definizione ormai troppo tardi per intervenire. Da qui l’importanza del monitoraggio quantitativo. Ciò è possibile con tecniche specifiche come le trappole fotografiche, ma molto più economico utilizzando la scienza partecipativa.

Il monitoraggio quantitativo degli oranghi permette di effettuare una valutazione della biodiversità affidabile e accurata. La società sopra citata ha commissionato finora valutazioni di biodiversità per tre delle loro proprietà. Per una delle loro tenute (con oranghi) il valore che la biodiversità in quella tenuta contribuisce alla società su un arco temporale di 30 anni è stato stimato in 197 milioni di dollari. Questo è sicuramente un incentivo per un coltivatore a gestire e, se possibile, ripristinare le loro aree ad alto valore di conservazione (HCV)! Un bel cambiamento rispetto ai primi giorni dell’espansione della palma da olio in luoghi come il Borneo, dove venivano pagate taglie per le teste degli oranghi morti.

Un altro cambiamento positivo per gli oranghi è la minore espansione della palma da olio, con conseguente minore deforestazione e perdita di habitat in Indonesia. Negli ultimi anni in Indonesia si è registrato un calo significativo della deforestazione causata dalla palma da olio, anche se la perdita di foreste  ha iniziato ad aumentare di nuovo nel 2023. I maggiori benefici per gli oranghi si possono ottenere nelle aree destinate allo sviluppo della palma da olio ma non ancora convertite. Se queste aree verranno sviluppate da aziende certificate sostenibili, grandi aree dovranno essere messe da parte e conservate. Se invece sarà la produzione di olio di palma convenzionale a prendere il sopravvento, si può presumere che i coltivatori abbatteranno semplicemente la foresta, a meno che il governo non imponga dei divieti. Nonostante i tassi in diminuzione, la deforestazione resta un problema critico, non solo per la palma da olio ma anche per altre attività (in particolare l’estrazione di nichel e altre sostanze).

Nuove ricerche sul ruolo dell’olio di palma sostenibile nel soddisfare la domanda globale di oli vegetali sottolineano ancora una volta che scegliere l’olio di palma sostenibile è un’opzione migliore per il futuro degli oranghi rispetto all’adozione di un approccio “senza palma”. Nell’ultimo rapporto dell’IUCN, “Exploring the Future of Vegetable Oils”, gli autori hanno dimostrato che la domanda di olio sta crescendo e deve essere soddisfatta e che l’olio di palma deve svolgere un ruolo importante grazie ai suoi minori fabbisogni di terra. Fortunatamente, esiste ora l’olio di palma privo di deforestazione e, se i coltivatori aderiscono agli standard RSPO, qualsiasi espansione dovrebbe evitare la deforestazione. Evitare la deforestazione nelle aree di habitat naturale degli oranghi è, ovviamente, fondamentale per la loro sopravvivenza.

Una valutazione personale e non scientifica dei media e dei social media sembra indicare che aziende e consumatori stanno adottando sempre di più le linee guida dei principali esperti e organizzazioni di conservazione e preferiscono scegliere l’olio di palma sostenibile piuttosto che schierarsi per un boicottaggio generalizzato. L’Orangutan Land Trust è particolarmente attivo nell’utilizzare i social media e i media tradizionali per portare maggiore chiarezza nella discussione sull’olio di palma sostenibile e sul suo ruolo nella protezione degli oranghi. Abbiamo notato una netta diminuzione del numero di tweet, ad esempio, che incitano le persone a boicottare l’olio di palma per salvare la fauna selvatica – principalmente un solo titolare di account e i suoi 3-4 seguaci devoti che ritwittano quotidianamente lo stesso gruppo di tweet disinformati. Vediamo molti più post sui social media che esplorano l’idea dell’olio di palma sostenibile come soluzione. Crediamo che questo sia dovuto non solo ai nostri sforzi di sensibilizzazione, ma anche a quelli di numerosi zoo, ONG, istituzioni accademiche e autorevoli personalità come ad esempio la dottoressa Jane Goodall.

La campagna delle Comunità per l’Olio di Palma Sostenibile, guidata dallo zoo di Chester (Regno Unito), continua a crescere sempre di più. Sempre più aziende e istituzioni si stanno unendo, Jane Goodall ha appoggiato la Comunità per l’Olio di Palma Sostenibile del Dorset e vengono regolarmente organizzati eventi di sensibilizzazione. Di recente ho visitato il mio zoo locale, lo zoo di Twycross, dove un orango animatronico ha attirato visitatori di tutte le età per diffondere corrette informazioni sugli oranghi e sull’olio di palma sostenibile. Anche lo zoo di Newquay ha aderito alla campagna a favore dell’olio di palma sostenibile supportata nientemeno che da Sir David Attenborough, che continua a riunire zoo, scuole, università e aziende.

Altre ONG stanno facendo la loro parte per incoraggiare le persone a scegliere l’olio di palma sostenibile per salvare gli oranghi. La Borneo Orangutan Survival Foundation ha creato una “Palm Oil Pledge” (Impegno sull’Olio di Palma) esortando le persone a firmare per “Incoraggiare più aziende a utilizzare olio di palma proveniente da fonti sostenibili aumentando la domanda di esso” e per “Mostrare il proprio impegno a sostenere i coltivatori di olio di palma che hanno adottato pratiche agricole sostenibili.”

Una nuova campagna di Rewriting Earth e Make My Money Matter, con partner Global Canopy e Global Witness, intitolata Saving Jane, è supportata da Jane Goodall e Peter Gabriel (Gabriel ha registrato una versione al pianoforte del suo successo ‘Red Rain’ appositamente per accompagnare il video). La campagna intende incoraggiare le compagnie pensionistiche a non investire in progetti che causano la distruzione di foreste e devastano la vita delle persone che dipendono da questi preziosi ecosistemi sottolineando l’importanza del ruolo del settore finanziario nel combattere la deforestazione e la perdita di biodiversità.

“Ozi, Voce della Foresta” un film d’animazione prodotto da Leonardo DiCaprio e Mike Medavoy, in uscita nelle sale, narra la storia di Ozi, un orango orfano che utilizza le sue abilità da influencer per salvare la sua foresta e la sua casa dalla deforestazione. Speriamo che questo film aiuti a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione critica degli oranghi, ma cosa ancora più importante, che spinga le persone ad agire.

 

Quindi cosa NON funziona nella conservazione degli oranghi? O almeno non funziona come vorremmo?

 

Alcune pratiche in corso non sono efficaci come si pensava in passato. Ad esempio, trasferire gli oranghi da un paesaggio a un altro non è sempre la soluzione migliore per quelli trovati in aree frammentate o degradate. In alcuni casi, singoli oranghi morirebbero quasi certamente se tale intervento non avesse luogo, rendendo necessario il trasferimento in un centro di recupero o in un’altra località, almeno per il benessere dell’animale. Tuttavia, secondo un rapporto di Julie Sherman et al., pubblicato nel Journal for Nature Conservation nel 2020, “Gli esiti in termini di benessere e conservazione della traslocazione degli oranghi selvatici sono stati poco studiati nonostante l’uso regolare. I potenziali rischi per il benessere degli animali rilasciati e per la conservazione delle popolazioni selvatiche residenti sono elevati, e le attuali pratiche di selezione ad hoc dei siti di rilascio e di rilascio degli oranghi in popolazioni selvatiche vitali non soddisfano le linee guida dell’IUCN. Sono urgentemente necessari studi per determinare il benessere e i tassi di sopravvivenza degli oranghi traslocati, e gli impatti sugli habitat di soccorso e sui conspecifici residenti. È inoltre necessario uno studio sugli impatti a lungo termine delle reintroduzioni di oranghi ex-captive per comprendere l’efficacia nell’instaurare popolazioni vitali autosufficienti.”

 

Giornata Internazionale dell’Orango – Cosa fa l’Orangutan Land Trust ?

 

All’Orangutan Land Trust, guidati dalla ricerca e dai dati del nostro Comitato Scientifico, sosteniamo da tempo che il primo obiettivo nella conservazione degli oranghi nelle aree impattate dalle attività umane sia trovare modi per permettere agli oranghi selvatici di rimanere nei luoghi in cui si trovano. Sebbene offriamo alcuni fondi per supportare il salvataggio di oranghi in circostanze estremamente critiche, a differenza di molte altre ONG che si occupano di oranghi, crediamo che indirizzare pratiche e politiche e sostenere iniziative che proteggano e migliorino l’habitat degli oranghi, consentendo loro di rimanere in situ, sia il modo migliore per impiegare i nostri sforzi e delle nostre risorse limitate. I nostri fondi supportano anche il coinvolgimento della comunità, l’educazione e la sensibilizzazione, la ricerca sulla conservazione, la lotta agli incendi e la prevenzione, oltre al ripristino delle torbiere e delle foreste, tra le altre attività. Tuttavia, sono urgentemente necessari più fondi se vogliamo continuare a fare una reale differenza.

I nostri partner di “1% for the Planet”, in particolare GoodLight Natural Candle nostri sostenitori di lunga data, ci aiutano a garantire che possiamo continuare a finanziare attività cruciali sul campo. Due trai i destinatari di questi fondi sono CAN (Conservation Action Network) Borneo e Borneo Nature Foundation. La nostra collaborazione con CAN Borneo ha contribuito a promuovere l’istituzione di cinque foreste comunitarie (village forests) nel Kalimantan orientale, nell’ambito degli sforzi per riconoscere i diritti delle comunità sulle foreste circostanti, in modo che le iniziative di protezione degli oranghi e di conservazione dell’habitat possano essere implementate a livello locale. Queste cinque foreste comunitarie sono situate lungo il bacino del fiume Kelay per proteggere 23.000 ettari di habitat per 186 oranghi, i cui ecosistemi sono costituiti da foreste di pianura e aree carsiche. Questa collaborazione prevede il sostegno all’economia locale intorno a queste aree, lavorando insieme per sviluppare piantagioni sostenibili e turismo, compresa la creazione di prodotti con valore economico sul mercato riducendo il tasso di conversione degli habitat degli oranghi.

La nostra collaborazione con la Borneo Nature Foundation nel Kalimantan centrale aiuta anche a incoraggiare e sostenere i membri della comunità a sviluppare fonti di reddito sostenibili, comprese iniziative di permacultura e acquacoltura, e ad adottare pratiche di gestione del territorio rispettose delle torbiere. Cinque villaggi hanno continuato a impegnarsi nel programma di sussistenza sostenibile della BNF nella regione di Sebangau , monetizzando un’ampia gamma di attività, dalla coltivazione delle api alla tessitura dei cesti. Abbiamo inoltre sostenuto gli sforzi della BNF volti a sviluppare capacità antincendio e di pattugliamento. Ciò includeva una rete di otto squadre antincendio e di pattuglia guidate dalla comunità con 135 vigili del fuoco in tutta la regione di Sebangau . Grazie allo sforzo dedicato e collaborativo delle autorità del Parco Nazionale, del CIMTROP e delle squadre antincendio comunitarie che pattugliavano la foresta e spegnevano le fiamme, il Parco Nazionale di Sebangau non ha subito alcuna perdita di foresta primaria.

C’è ancora molto lavoro da fare e sono necessari molti fondi. Ma tutti possiamo svolgere un ruolo, con o senza impegno finanziario. Gli individui possono scegliere prodotti realizzati in modo sostenibile e incoraggiare aziende e governi a porre fine alla produzione legata alla deforestazione. Tutti i soggetti interessati lungo la catena di approvvigionamento delle materie prime provenienti dall’Indonesia e dalla Malesia devono impegnarsi a rispettare l’NDPE (No Deforestation, No Conversion of Peat, No Exploitation), comprese le istituzioni finanziarie. Sforzi come quelli che ho descritto hanno dimostrato che è possibile farlo, ma se vogliamo salvare l’orango, questi sforzi devono essere intensificati enormemente, e presto.

In occasione della Giornata internazionale dell’Orango vi invitiamo ad unirvi a noi per diventare parte della soluzione.

 

Michelle Desilets

Direttore Esecutivo

Orangutan Land Trust

Versione originale dell’articolo pubblicato su www.orangutanlandtrust.com