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20/04/2018

LO “SCOOP” DELLA CATENA INGLESE ICELAND CONTRO L’OLIO DI PALMA – UNIONE ITALIANA OLIO DI PALMA SOSTENIBILE: E’ MARKETING INGANNEVOLE SOSTENERE CHE LA SOSTITUZIONE DELL’OLIO DI PALMA NEI PRODOTTI AVVANTAGGI CONSUMATORI ED AMBIENTE

L’olio di palma sostenibile è la piu seria alternativa contro la deforestazione e la protezione della natura.

 

Nei giorni scorsi la catena inglese Iceland ha annunciato la decisione di sostituire l’olio di palma dai suoi prodotti entro il 2018, adducendo come motivazione lai tutela dell’ambiente e della bio-diversità.

In merito interviene Giuseppe Allocca, Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile:

“La notizia, ampiamente diffusa dai media britannici, ha fatto rapidamente il giro del mondo, accompagnata una serie di messaggi contro l’olio di palma privi di qualsiasi fondamento scientifico, a dimostrazione di quanto questa sia unicamente una pura operazione commerciale, e che le motivazioni di carattere ambientale, sociale e salutistico siano solo un pretesto per colpire una commodity agricola sempre più necessaria per il nutrimento delle popolazioni in tutti i continenti. Diverse organizzazioni internazionali hanno commentato la notizia in senso critico sottolineando che se tutte le aziende smettessero di utilizzare l’olio di palma, l’aumento della richiesta di altri oli porterebbe a gravi danni ambientali, compresa la distruzione della foresta pluviale. I dati scientifici dimostrano senza alcun dubbio che la tesi di Iceland, cosi come quella di tutti coloro che si battono per il boicottaggio dell’olio di palma, è totalmente priva di senso”.

“Le aziende aderenti all’Unione, insieme a tante altre realtà internazionali, si impegnano per approvvigionarsi di olio di palma prodotto responsabilmente collaborando con tutta la filiera e con le numerose organizzazioni non governative e dei governi dei principali Paesi produttori, schierati in prima linea per garantire che la produzione di olio di palma avvenga nel rispetto del patrimonio naturale e delle comunità locali”.

“L’operazione di Iceland ricorda purtroppo quanto successo nel 2016 in Italia, quando noti operatori industriali e commerciali decisero di pubblicizzarsi “0% olio di palma”, oltre che per ingannevoli ragioni ambientali, per presunte ragioni di sicurezza e precauzione, rivelatesi poi infondate sulla base di regolamenti europei. Una pura e semplice operazione di marketing che ha innescato una serie di effetti a catena sul mercato senza che nessuna Autorità nazionale o internazionale avesse mai imposto e nemmeno raccomandato di eliminare questo ingrediente”.

“E’ inoltre altamente fuorviante lasciare intendere ai consumatori che riformulare i prodotti con altri ingredienti implichi l’automatica conseguenza che il prodotto sia più sostenibile e salutare, quando in realtà tutte le istituzioni, nazionali e internazionali, hanno affermano che l’olio di palma può far parte a pieno titolo della nostra alimentazione e se prodotto in modo sostenibile aiuta a proteggere la natura, molto più di altri grassi usati come sostituti nelle ricette dei prodotti”.

“Purtroppo, continuiamo ad osservare sul mercato comportamenti in pieno contrasto anche con le norme sulla concorrenza. Dopo l’operazione “Bollino Blu” della catena Auchan e l’emissione di alcune discriminatorie Linee Guida amministrative locali, su cui stanno già indagando gli uffici dell’Antitrust, ci auguriamo che questo ennesimo caso serva a stimolare un intervento risolutivo da parte delle autorità nazionali e comunitarie”.

“Ricordiamo che lo stesso governo italiano lo scorso anno ha firmato la Dichiarazione di Amsterdam che impegna anche il nostro Paese, insieme ai governi di Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito, a promuovere iniziative volte ad assicurare una filiera dell’olio di palma 100% sostenibile entro il 2020” conclude Allocca.