L’olio di palma è tra gli alimenti maggiormente “discussi” dagli italiani negli ultimi anni, a causa del diffuso allarmismo generato dalle numerose fake news che circolano attorno a questo ingrediente: provoca il diabete, è cancerogeno, aumenta il colesterolo, rovina il nostro sistema cardiovascolare.
Dopo le ennesime fake news pubblicate qualche settimana fa da Repubblica Salute abbiamo pensato di dare spazio al parere di un vero esperto, per fare – ancora una volta – chiarezza a beneficio dei consumatori.
Vi proponiamo una intervista alla dr.ssa Laura Rossi – nutrizionista e ricercatrice del CREA, il più importante ente di ricerca agroalimentare italiano, e consulente governativo FAO per la nutrizione – che risponde in modo molto puntuale e chiaro alle accuse contro l’olio di palma, concentrandosi sugli aspetti nutrizionali.
L’articolo di Paola Lanfranchi pubblicato lo scorso 11 settembre sulla testa giornalistica online Qdpmnews.it ribadisce innanzitutto che L’olio di palma, pur essendo di origine vegetale, rappresenta un’eccezione, poiché ha una composizione in acidi grassi più simile al burro che agli altri grassi vegetali: è, infatti, composto essenzialmente da grassi saturi (palmitico, stearico e laurico). Di conseguenza ben si presta, per le sue proprietà organolettiche, a sostituirlo nelle preparazioni industriali.
Inoltre, il suo impiego è cresciuto anche in seguito all’inasprimento delle normative OMS sui grassi idrogenati, proprio per evitare la formazione di acidi grassi trans, in quanto oltre ad essere naturalmente privo di grassi trans, non necessita di alcun trattamento di idrogenazione, essendo semi-solido a temperatura ambiente.
L’olio di palma fa male?
Trattandosi di un grasso saturo, paragonabile al burro o allo strutto, l’olio di palma va consumato in modo limitato., ma secondo la Dr.ssa Rossi “l’olio di palma non dovrebbe essere demonizzato in quanto tale”
E’ corretta l’osservazione nutrizionale che dice di limitarne il consumo, quello che è sbagliato è sostenere che altri grassi saturi, come il burro, non facciano male mentre l’olio di palma sì.
Le linee guida dell’OMS indicano come soglia accettabile di consumo di grassi saturi il 10% sul totale delle calorie giornaliere. Una quota che comprende però tutti i grassi saturi – chiarisce la dott.ssa Rossi – sia quelli di origine vegetale che animale, non solo quelli dell’olio di palma. Perché di fatto gli effetti sul corpo sono gli stessi.
“Ciò che è correlato a un aumento del rischio cardiovascolare non è in questo caso la fonte, ma l’eccesso di grassi saturi, che andrebbero invece tenuti sotto controllo”.
«Non possiamo continuare a pensare che la merendina industriale (fatta con l’olio di palma) sia per forza cattiva, mentre la crostata fatta in casa dalla mamma (col burro) sia per forza buona. Perché, di fatto, sono sia buone quanto cattive entrambe, e con nessuna delle due si dovrebbe eccedere nelle quantità», afferma Laura Rossi.
Aumenta il colesterolo?
A questo proposito la Dott.ssa Rossi spiega che a differenza dei grassi di derivazione animale, l’olio di palma non contiene colesterolo.
E’ vero che i principali acidi grassi imputati dell’aumento del colesterolo ematico sono proprio quelli saturi, tra cui quello palmitico, il miristico e il laurico, due dei quali sono contenuti nell’olio di palma, ma è altrettanto vero che la ricerca scientifica su questo fronte è ancora aperta.
Dagli ultimi lavori è emerso che sebbene diete ricche di olio di palma e acido stearico possono aumentare il livello di colesterolo totale non è stata registrata una variazione significativa sui valori di colesterolo cattivo (il cosiddetto LDL).
Provoca il cancro?
Non esiste alcun riscontro nella letteratura scientifica che provi la correlazione diretta tra olio di palma e l’induzione di tumori. Anche in questo caso si tratta di accuse infondate.
Lo ha confermato anche la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), che quest’anno ha dedicato la sua campagna per la prevenzione del rischio oncologico a contrastare la disinformazione e le fake news relative ad alimentazione e prevenzione oncologica. Non a caso il titolo della campagna era “Metti a tacere le bufale con la vera prevenzione” (leggi qui).
Sappiamo piuttosto che l’obesità, che spesso è legata a un consumo eccessivo di grassi saturi, può essere correlata a un aumento nell’incidenza di alcuni tipi di cancro: “Ma qui l’effetto è legato all’obesità, non all’olio di palma in sé” precisa Rossi. E una persona può essere obesa anche se consuma altri tipi di grasso.
Causa il diabete?
Uno studio promosso dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) ha generato grande allarmismo riguardo alla possibilità che l’olio di palma provochi il diabete di tipo 2.
In realtà la notizia riguardava uno studio sperimentale in vitro, dove gli scienziati hanno perfuso cellule di pancreas con del palmitato – un componente dell’olio di palma – e le cellule hanno registrato un danno.
“Questo però non significa che mangiare l’olio di palma faccia venire il diabete 2”, chiarisce la dottoressa Rossi. “perché quella situazione sperimentale, anche se fatta molto bene, non può essere tradotta in un effetto diretto sull’organismo”.
In generale, conclude l’articolo, va sottolineato che contro l’olio di palma non si registrano ad oggi posizioni ufficiali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, del ministero della Salute, né dell’Istituto Superiore di sanità: gli organi preposti a vigilare sulla nostra salute.