Sempre più aziende si stanno orientando sulla strada della sostenibilità: secondo gli ultimi dati disponibili, il numero di membri di RSPO è cresciuto dell’11% e ha superato i 4,349 members, con l’Italia al quinto posto per numero di iscritti, con 210 membri e terza in Europa dopo Germania e Regno Unito.
Per chi fosse interessato a sapere chi sono le imprese italiane impegnate ad approvvigionarsi di olio di palma sostenibile vi invitiamo a consultare il database di RSPO, disponibile qui:
Ma quanto influisce sull’impatto ambientale essere in linea con i Principi e Criteri di sostenibilità RSPO?
Ce lo rivela un recente studio comparativo (Schmidt J and De Rosa M (2019). Comparative LCA of RSPO-certified and non-certified palm oil), che applicando la metodologia Life-Cycle Assessment (LCA) mette a confronto l’impatto ambientale della produzione – in Indonesia e Malesia – di olio di palma certificato RSPO con quella di olio di palma convenzionale.
Lo studio è stato condotto in conformità con gli standard ISO 14040/44 sull’LCA, che consente di misurare il potenziale impatto sull’ambiente e sulla salute umana dell’intero processo produttivo di un bene o servizio, secondo un approccio “dalla culla alla tomba”, cioè dalle fasi di estrazione dei materiali a quelle di dismissione finale. In questo studio si sono prese in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita dell’olio di palma, fino alla raffineria.
La ricerca ha preso in considerazione quelli che vengono considerati i 3 fattori più importanti per la valutazione dell’impatto:
Dai risultati è emerso che:
Nonostante ci sia ancora chi sostenga, in modo del tutto anti-scientifico, che l’olio di palma sostenibile non esista e che l’unica soluzione sia il boicottaggio tout court, questo studio conferma i notevoli vantaggi assicurati dalla certificazione di sostenibilità RSPO rispetto al prodotto convenzionale per le due più importanti categorie di impatto ambientale (riscaldamento globale e biodiversità),
Secondo gli autori dello studio, Jannick Schmidt e Michele De Rosa, le ragioni principali del minor impatto sul riscaldamento globale del 35% (emissioni di GHG per kg di olio di palma certificato RSPO) sono dovute a:
Schmidt ha inoltre aggiunto: “I risultati di questo studio non potrebbero essere più tempestivi in quanto le emissioni di GHG e la biodiversità sono le aree di impatto al centro dell’attenzione nel dibattito pubblico sulla produzione di olio di palma, in particolare in Europa, ma anche a livello globale. Speriamo che questi risultati possano incoraggiare un sempre maggior numero di stakeholder a spingere per la sostenibilità in alternativa al boicottaggio dell’olio di palma”.
Per leggere l’executive summary dello studio e per maggiori informazioni clicca qui