Entro il 2050, saremo 10 miliardi di persone su questo pianeta. Il ritmo e il modo in cui attualmente stiamo producendo e consumando cibo ha portato la Terra ai suoi limiti. Come sarà possibile garantire cibo sufficiente e nutriente per tutti, nonché prodotti sviluppati in modo sostenibile? E’ diventato fondamentale trovare un nuovo approccio che ottimizzi i risultati nutrizionali nel rispetto degli ecosistemi chiave da cui dipende il mondo, basato sul concetto di nutrizione sostenibile.
Per rispondere a questi impellenti interrogativi e proporre soluzioni concrete per le sfide alimentari globali, è nato il Sustainable Nutrition Scientific Board (SNSB), un gruppo indipendente di ricercatori ed esperti internazionali, presieduto da Arne Astrup, Capo del dipartimento di Nutrizione, Esercizio e Sport dell’Università di Copenaghen e internazionalmente riconosciuto tra i massimi esperti in nutrizione e obesità.
Tra i membri del Board spiccano anche i nomi di tre scienziati italiani: il prof. Mario Rasetti, esperto di big data (Politecnico di Torino); il Prof. Mannuccio Mannucci, esperto sugli effetti dell’inquinamento ambientale sulla salute e sulle malattie (Università degli Studi di Milano) e la prof.sa Stefania Boccia, esperta in sanità pubblica ed epidemiologia (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma).
Nutrire la popolazione in continua crescita nel rispetto dell’ambiente: è questa la missione del nuovo Board, che sfrutterà il potere dei big data nei suoi studi. L’annuncio è stato dato in occasione di un simposio virtuale il 12 giugno scorso – “Nutrizione, salute, sostenibilità verso il 2050: la necessità di un approccio integrato” – che ha visto la partecipazione di alcuni membri del Board e di altri importanti esperti che hanno affrontato il cruciale tema della nutrizione sostenibile.
Nei prossimi tre anni, il SNSB affronterà diversi temi per fornire raccomandazioni in grado di stimolare un cambiamento positivo nelle catene di approvvigionamento dell’industria alimentare ed orientare i comportamenti e le scelte dei consumatori verso diete sostenibili, con un approccio interdisciplinare e metodologie di ricerca innovative, utilizzando i big data e l’intelligenza artificiale. I dati di base che verranno incrociati e analizzati saranno forniti con il supporto dell’ ISI Institute for Scientific Interchange Foundation e copriranno le aree del clima e delle risorse naturali, i processi di produzione alimentare, i fattori socio-economici e la salute umana.
Il primo progetto di ricerca sulla nutrizione sostenibile si concentrerà sul ruolo che oli e grassi vegetali indagando non solo gli aspetti legati alla nutrizione umana, ma anche gli effetti ambientali e socioeconomici della filiera produttiva, con cinque obiettivi principali:
Secondo la FAO, entro il 2050 il forte aumento della popolazione mondiale causerà un incremento del 70% della domanda globale di cibo. Si assisterà inoltre ad una progressiva riduzione dei consumi di grassi animali a favore di quelli vegetali, la cui domanda potrebbe raggiungere circa 250-350 milioni di tonnellate l’anno, rispetto ai 170-180 milioni di tonnellate consumate al momento. Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, gli oli e i grassi vegetali consumati oggi rappresentano almeno il 20% dell’apporto calorico giornaliero giocando quindi un ruolo fondamentale nella nutrizione mondiale.
Un’attenzione particolare sarà prestata all’ olio di palma, l’olio vegetale più consumato al mondo, attualmente la quarta fonte di calorie per l’umanità (dopo riso, grano e mais). Come è stato sottolineato anche nel corso del simposio, considerando che un adulto medio deve consumare 164,250 kcal/anno di grassi (per una persona che consuma in media 2,500 kcal/giorno), questa fonte di grassi universale usata nelle culture fin dall’antico Egitto rappresenta un’opportunità, non solo per il suo potenziale a livello nutrizionale, ma anche per il suo contributo positivo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare SDG 2 (fame zero), SDG 3 (buona salute e benessere), SDG 8 (crescita economica) e SDG 15 (vita sulla terra). Un potenziale che può essere amplificato attraverso l’adozione ed il rispetto di standard sempre più stringenti, pratiche agricole responsabili ed efficienti e tecnologie innovative, che consentano di raggiungere l’obiettivo zero deforestazione e sostenere lo sviluppo socioeconomico dei paesi produttori, ed in particolare dei piccoli agricoltori, che rappresentano oltre il 40% dell’offerta globale.
In questi primi mesi di attività il SNSB sta analizzando i dati e raccogliendo i primi contributi ed approfondimenti, che saranno presentati in un position paper entro i primi di settembre. I principali risultati preliminari e le raccomandazioni dell’attività di ricerca svolta verranno probabilmente presentati al Congresso mondiale sulla conservazione IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – nel gennaio del 2021.
Il presidente Astrup ha osservato che “Il dibattito sul ruolo dei grassi e oli vegetali per la salute umana è infinito. Attraverso la nostra ricerca, miriamo a fornire risultati scientifici e definitivi che indicheranno il ruolo importante di questi nutrienti nelle diete quotidiane sostenibili, sia oggi che in futuro, con una popolazione mondiale in crescita”.