L’Ambasciatrice della Colombia in Italia, Gloria Isabel Ramírez Ríos, è intervenuta in occasione dell’evento digitale “Olio di Palma e SDGs: Nutrire il Pianeta in modo sostenibile” – organizzato dall’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile – per spiegare quanto la produzione di olio di palma sostenibile sia cruciale per l’economia colombiana e per rivolgere un appello alle istituzioni italiane.
La Colombia è tra i protagonisti mondiali per la coltivazione sostenibile di palme da olio. “Con 550.000 ettari di colture di palma da olio, e con oltre 40 milioni di ettari riconosciuti dalla FAO come terre idonee alla coltivazione sostenibile, la Colombia è leader nel movimento della produzione sostenibile dell’olio di palma” ha sottolineato l’ambasciatrice.
Numeri alla mano: l’impatto sul Prodotto Interno Lordo (PIL) cresce di anno in anno: 6% (2017), l’8,1% (2018). In un paese dove la disoccupazione è al 10%, i settori ad alta intensità di lavoro come l’industria della palma da olio acquisiscono di rimando un’importanza assoluta. L’olio di palma è al centro della produzione di circa 6.000 produttori (di cui 4.200 sono piccoli proprietari), per un totale di 170.000 persone occupate nella coltivazione e nell’indotto. È quindi chiaro come l’industria dell’olio di palma sostenibile rappresenti un settore chiave per la Colombia. Inoltre, “Più del 90% degli agricoltori sono in regola, e protetti dalle leggi sul lavoro” – precisa l’Ambasciatrice – “tutto questo rende il settore uno dei più̀ socialmente ed economicamente inclusivi del paese”.
Tali dinamiche – fondandosi sull’attenzione sostanziale alla sostenibilità sociale, economica e ambientale – confermano inoltre il grande contributo che la produzione sostenibile di olio di palma offre al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU.
Durante il suo intervento, l’Ambasciatrice Ramirez ha poi sottolineato come le politiche di boicottaggio rappresentino un rischio per lo sviluppo del settore: le informazioni false sull’olio di palma, la deforestazione e la salute ed il ricorso al claim “senza olio di palma” ne sono un lampante esempio.
Il boicottaggio dell’olio di palma ha portato ad una drastica riduzione dell’export verso l’Italia del 34% tra il 2014 e il 2018. “Più̀ di ogni altra cosa, questa diminuzione è legata alla campagna di boicottaggio lanciata da alcune aziende alimentari a fini esclusivamente commerciali”.
“Eppure – sottolinea l’Ambasciatrice – tutto l’olio di palma che esportiamo in Italia è certificato come sostenibile. In Colombia le palme da olio non causano deforestazione e perdita di biodiversità. Al contrario, per la conformazione della nostra terra, le palme da olio sono uno strumento eccezionale per arricchire terreni altrimenti poveri.”
A questo si deve aggiungere il ruolo sociale delle piantagioni: la coltivazione di olio di palma sostenibile rappresenta infatti non solo un’opportunità per migliaia di soggetti che altrimenti finirebbero – con ogni probabilità – nelle fila dei gruppi terroristici che hanno martoriato la Colombia per decenni ma anche un valido strumento del Governo per sottrarre terreno ai narcos. Le palme da olio stanno infatti sostituendo le piantagioni di coca, fornendo a migliaia di contadini la chance di scegliere la legalità, rispondere al governo della legge, prosperare e crescere socialmente.
Per questa ragione, il boicottaggio di questo prodotto, oltre a provocare un danno ingiusto all’economia del paese, è anche rischioso per la sostenibilità delle filiere. Alla luce di questi elementi, appare del tutto insensato e paradossale che l’olio di palma – l’olio vegetale più certificato al mondo – venga boicottato in modo indiscriminato a vantaggio di altre materie prime.
Secondo l’Ambasciatrice della Colombia in Italia questo boicottaggio è animato da chiari fini protezionistici e commerciali, e offende il cuore dell’economia nazionale. A tal proposito Ramirez ha aggiunto: “Ci stiamo rivolgendo a organizzazioni bilaterali e multilaterali per aiutare a difendere questo prodotto […] che rappresenta tanto per molti dei nostri paesi, sia in termini economici che sociali”. Alla fine del suo intervento l’Ambasciatrice ha rivolto un appello al Governo italiano, chiedendo di intervenire per “porre fine a queste politiche dannose”.
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