L’86% dell’olio di palma importato in Europa per alimenti, mangimi e prodotti oleochimici è certificato sostenibile. Questo il risultato principale emerso dall’ultimo monitoraggio, presentato lo scorso 2 settembre in occasione del secondo Sustainable Palm Oil Dialogue (SPOD), organizzato da EPOA, IDH (The sustainable trade initiative) e RSPO.
Si tratta di un ottimo risultato ma c’è ancora un gap da colmare per raggiungere l’ambizioso obiettivo di avere il 100% di olio di palma sostenibile nel mercato europeo.
Italia, Germania, Spagna, Olanda e Regno Unito sono i paesi maggiormente coinvolti e portavoce di un approccio più responsabile al mercato. Dalle ultime analisi effettuate da EPOA e IDH però, nell’ultimo anno l’impiego di olio di palma sostenibile sembra stia stagnando. Le dinamiche di mercato sono senz’altro alla radice del problema. Produrre in modo sostenibile ha un costo, e quindi un prezzo, maggiore, mentre il mercato stenta ad assorbire l’offerta anche a causa delle campagne denigratorie che affliggono l’olio di palma.
L’olio di palma è l’olio vegetale più utilizzato al mondo per i suoi benefici funzionali, versatilità e ampia disponibilità. Viene utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo e per molte di esse rappresenta la soluzione per sconfiggere la povertà.
“L’olio di palma prodotto in modo sostenibile – ha affermato Frans Claassen, Presidente EPOA nel corso dell’evento “Sustainable Palm Oil Dialogue Europe 2020 – Addressing the challenges of 2020 and beyond” – rappresenta un ingrediente chiave nell’alimentazione di intere popolazioni quindi aiuta a nutrire il mondo, protegge la biodiversità e sostiene lo sviluppo economico, contribuendo quindi agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs) delle Nazioni Unite. In Europa e nel mondo, i produttori di prodotti alimentari e non alimentari continueranno ad avere bisogno e ad utilizzare olio di palma, che quindi deve essere prodotto e consumato in modo sostenibile, senza causare deforestazione.”
L’Europa in qualità di secondo importatore mondiale di olio di palma dovrebbe stimolare ulteriormente la domanda di olio di palma sostenibile lungo tutta la filiera. Al convegno tutti d’accordo sul fatto che occorra maggiore cooperazione tra settore privato e pubblico e una normativa specifica in Europa che vada a ridurre efficacemente l’impatto sulle foreste e che metta in atto incentivi per gli agricoltori che adottano criteri di produzione sostenibili.
Molteplici sono stati gli argomenti trattati durante il convegno. Hugo Schally della DG Ambiente della Commissione europea ha illustrato le iniziative in corso della Commissione (European Green Deal e Farm 2 Fork). Daan Wensing, Direttore Landscapes Program di IDH, ha esaminato i progressi compiuti finora verso l’obiettivo europeo per l’olio di palma sostenibile al 100%. In diverse sessioni di breakout sono stati discussi aspetti legati alla tutela del diritti dei lavoratori e delle foreste. Si è poi parlato di comunicazione e di quanto sia importante sensibilizzare i consumatori.
La conferenza si è conclusa con la consapevolezza che l’unica via per creare un cambiamento e generare un impatto reale sia la cooperazione tra tutti gli stakholder. L’EPOA seguirà attivamente gli sviluppi normativi a livello comunitario e si impegnerà per accrescere la consapevolezza dell’importanza dell’olio di palma sostenibile e per contrastare le campagne discriminatorie e fuorvianti che ne danneggiano l’immagine.
Le registrazioni delle diverse sessioni e le presentazioni sono disponibili qui