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19/02/2022

Olio di Palma Sostenibile: la migliore alternativa all’olio di palma

I consumatori oggi sono sempre più attenti da claim e dichiarazioni sostanziate da fatti sulla sostenibilità ambientale e sociale. L’olio di palma sostenibile è una risposta a questa richiesta poiché rappresenta la migliore ed unica vera alternativa all’olio di palma nel senso tradizionale del termine – ha dichiarato il Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile Mauro Fontana alle telecamere di AdnKronos.

 

 

Questa convinzione è supportata da importanti ONG e autorevoli esperti della comunità scientifica ed accademica. Secondo i recenti studi di CMCC, l’olio di palma sostenibile certificato è una risorsa chiave per il raggiungimento di molti dei 17 SDGs dell’Agenda 2030, sia dal punto di vista della tutela del Pianeta che delle Persone e della Prosperità.

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Olio di palma sostenibile, Italia best practice europea e mondiale

Per riconoscere qual è l’olio di palma sostenibile ci vengono in aiuto le certificazioni, prima fra tutte RSPO che richiede l’adozione di standard di produzione sostenibili per assicurare uno sviluppo responsabile della filiera nel lungo periodo, nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e dei diritti dei lavoratori e delle comunità.

Se in Europa il 90% dell’olio di palma utilizzato è certificato sostenibile RSPO, l’Italia raggiunge il 95%, risultando quindi best practice non solo europea ma anche mondiale, grazie anche alle attività di sensibilizzazione portate avanti dall’Unione. E il restante 5% proviene comunque da catene di approvvigionamento che rispondono alle politiche NDPE (No Deforestation, No Peat, No Exploitation).

Con 236 soci, l’Italia è il 5° paese al mondo e il 3° in Europa per numero di aziende associate a Rspo (Roundtable on Sustainable Palm Oil), che si impegnano ad utilizzare olio di palma sostenibile. Il settore principalmente rappresentato è l’industria alimentare, cui si aggiunge un numero crescente di imprese della cosmesi e della detergenza. Restano invece ancora insufficienti gli impegni altri settori importanti come quello dei mangimi e del consumo fuori casa, ben avviati invece in altri paesi.

 

Da “senza olio di palma” a “con olio di palma sostenibile”

La continua attività di educazione e informazione sull’olio di palma sostenibile ha fatto sì che i consumatori siano più consapevoli e meno soggetti ai tranelli dei claim “free from”. Come attestato anche dagli ultimi dati di Osservatorio Immagino infatti calano le vendite dei prodotti senza olio di palma, con una contrazione della domanda del -1,6% ed un calo del sell-out del -0.5% rispetto al 2020, e cresce l’attenzione per la sostenibilità e la certificazione.

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Sempre più frequentemente le aziende italiane comunicano il loro impegno ad approvvigionarsi esclusivamente di olio di palma sostenibile certificato attraverso la comunicazione corporate, è auspicabile che in un futuro prossimo si possano creare le condizioni per una maggiore diffusione del logo RSPO sulle confezioni dei prodotti a scaffale, contribuendo così a diffondere la consapevolezza che l’olio di palma sostenibile esiste ed è l’unica valida alternativa all’olio di palma, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

 

 

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