Comunicati

01/10/2021

Olio di Palma Sostenibile per il Clima: Obiettivo Zero-Deforestazione e Certificazione di Filiera

Il grande vantaggio dell’olio di palma è la sua elevata resa, per cui a parità di input e superficie utilizzata, le emissioni per unità di prodotto sono minori rispetto agli oli alternativi

L’olio di palma certificato RSPO ha un impatto inferiore sul riscaldamento globale e sulla perdita di biodiversità rispetto a quello non certificato

La produzione ed il consumo di olio di palma sostenibile certificato sono certamente la risposta allo sforzo collettivo di fermare la distruzione del nostro ecosistema e contrastare i cambiamenti climatici a vantaggio di pratiche sostenibili, rispettose del contesto in cui vengono applicate e delle popolazioni locali.

 

1 ottobre 2021 – L’olio di palma sostenibile può essere una soluzione alla lotta al riscaldamento globale? Quali sono le opzioni più efficaci e coerenti per perseguire l’obiettivo deforestazione zero?

Questi i quesiti di partenza dell’evento “Olio di palma sostenibile per il clima: obiettivo zero deforestazione e certificazione di filiera” organizzato dall’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASVIS e inserito nel programma All4Climate – Italy 2021, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica in vista della COP26, dedicata alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Sono stati presentati i primi risultati dell’analisi LCA condotta dalla Fondazione CMCC sugli impatti ambientali della filiera dell’olio di palma da cui emerge che le emissioni generate per la produzione dell’olio di palma sostenibile sono inferiori sia a quelle dell’olio di palma convenzionale che a quelle  di altri oli vegetali, come soia, colza o girasole:  “Il grande vantaggio dell’olio di palma è la sua elevata resa, per cui a parità di input e superficie utilizzata, le emissioni per unità di prodotto sono minori rispetto agli oli alternativi. Inoltre, la deforestazione evitata grazie alla certificazione di sostenibilità comporta un notevole vantaggio in termini di riduzione delle emissioni per la produzione dell’olio di palma sostenibile. Tuttavia, specifica la Dott.ssa Maria Vincenza Chiriacò, ricercatrice del CMCC, è altrettanto importante che anche gli altri oli sostitutivi provengano da coltivazioni certificate che non hanno causato deforestazione, altrimenti spostare i consumi dall’ olio di palma verso altri oli non certificati potrebbe voler dire addirittura amplificare le emissioni.”

“La certificazione è un elemento fondamentale nella strada verso una produzione a basso impatto ambientale. Sono diversi gli strumenti che RSPO mette a disposizione dei propri soci per migliorare la gestione delle coltivazioni in chiave responsabile. Uno di questi è il PalmGHG Calculator, strumento che consente ai soci di stimare e monitorare le loro emissioni nette di gas serra e infine ridurre il loro impatto ambientale” racconta Francesca Morgante, Market Development Manager Europa RSPO“Attraverso l’implementazione dei Principi e Criteri RSPO del 2018, i coltivatori soci di RSPO hanno identificato e preservato aree forestali ad alto valore di conservazione, rendendo possibile il risparmio, dal 2019 ad oggi di 191.254 t di emissioni di CO 2, equivalenti a 41.594 veicoli passeggeri guidati per un anno*”

Sebbene produttori e utilizzatori si stiano muovendo verso un cambiamento di passo con soluzioni e scelte sempre più sostenibili, come mostrano anche i più recenti dati sull’andamento della deforestazione nei paesi produttori di olio di palma, in calo per il quarto anno consecutivo (Fonte: World Resources Institute), il consumatore, stenta ad orientarsi fra i mille messaggi che riceve e che trova sulle etichette dei prodotti.

 

Inoltre con l’affollarsi dei messaggi, spiega il Prof. Davide Pettenella, Università di Padova, se aumenta il livello complessivo di informazione del consumatore, si allarga anche il gap tra conoscenza e percezione del problema e comportamento effettivo di spesa. È stato infatti rilevato che non sempre un consumatore molto informato è un consumatore che nelle scelte di acquisto si comporta coerentemente.

Si è posto anche il quesito di quale sia il confine tra l’area di intervento delle istituzioni e dell’Ue, che ha allo studio diverse ipotesi di misure volte a ridurre la deforestazione importata, quali ad esempio l’introduzione dell’obbligo di due diligence e la definizione di criteri per considerare un prodotto “deforestation-free”, e gli ambiti di iniziativa della società civile.

Interessante e in un certo senso provocatoria la testimonianza della Presidente degli Amici della Terra OnlusMonica Tommasi – che già da alcuni anni approfondisce il tema dell’olio di palma in seguito alla campagna denigratoria verso questo prodotto “Nonostante i risultati positivi che si ottengono tramite la certificazione molte aziende alimentari fanno ancora proprio lo slogan “senza olio di palma” che non attesta affatto la sostenibilità del prodotto e altre, che invece utilizzano olio di palma sostenibile, non hanno ancora il coraggio di inserire il marchio di certificazione e questo a discapito della consapevolezza del consumatore. In tutto questo non si rileva nessun intervento istituzionale di controllo che pure sarebbe dovuto visto che l’etichetta senza olio di palma gode dell’indebita fama di attestare un pregio ambientale. Ci auguriamo che le autorità di controllo e scientifiche pongano rimedio al più presto smascherando il greenwashing operato attraverso questa stucchevole affermazione”.

Con l’evento di oggi, commenta Giuseppe Allocca, presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, volevamo contribuire ad aumentare conoscenze e consapevolezza sui temi dello sviluppo sostenibile, condividere buone pratiche e stimolare idee e politiche finalizzate a mantenere gli impegni sottoscritti con la firma dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi.

Per rispondere ai quesiti di partenza, alla luce delle testimonianze raccolte, possiamo concludere che la produzione ed il consumo di olio di palma sostenibile certificato sono certamente la risposta allo sforzo collettivo di fermare la distruzione del nostro ecosistema e contrastare i cambiamenti climatici a vantaggio di pratiche sostenibili, rispettose del contesto in cui vengono applicate e delle popolazioni locali. La sfida che ci vede impegnati è quella di soddisfare il previsto aumento della domanda internazionale di olio di palma, già oggi l’olio vegetale più consumato al mondo, promuovendo la completa transizione della filiera verso modelli di sviluppo, produzione e consumo più responsabili.

La certificazione è lo strumento sul quale puntare nell’ambito di uno smart mix di misure obbligatorie e volontarie e, ove necessario, di regolamentazione complementare ed interventi per affrontare il problema della deforestazione importata (per maggiori informazioni vedi il position paper della Tropical Forest Alliance sottoscritto da 50 organizzazioni internazionali, tra cui l’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile).

 

 

*Il dato è relativo alle emissioni sequestrate ed evitate dalle aree High Conservation Value e High Carbon Stock dal 2019 al 2021 individuate in base ai principi RSPO.

 

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