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13/11/2021

Orangutan Caring Week: le organizzazioni ambientaliste si esprimono a favore dell’olio di palma sostenibile

olio di palma sostenibile

La sopravvivenza degli oranghi dipende dalla filiera dell’olio di palma sostenibile

In occasione della Orangutan Caring Week le principali organizzazioni ambientaliste che si occupano della protezione degli oranghi si esprimono a favore dell’olio di palma sostenibile

 

Si conclude oggi l’Orangutan Caring Week . Il tema scelto quest’anno per la campagna internazionale di sensibilizzazione sulla conservazione degli oranghi è “Rispettare la natura per salvare gli oranghi, la biodiversità e il nostro futuro”. Come sottolineano gli organizzatori, “salvando gli oranghi, salviamo noi stessi e il nostro ambiente che sostiene la vita. Proteggendo questi nostri cugini evolutivi ed il loro habitat nella foresta pluviale equivale significa proteggere la vita sulla terra”.

Questo messaggio va dritto al cuore ed è il motivo per cui gli ambientalisti considerano l’olio di palma sostenibile fondamentale per la sopravvivenza dell’orango e per il pianeta in generale.

Sono moltissime le organizzazioni ambientaliste che si occupano della protezione degli oranghi che condividono questa posizione. Circa cento di esse, comprese Orangutan Land Trust e Amici della Terra Italia, entrambe membri sostenitori dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile hanno recentemente sottoscritto un appello per promuovere una filiera dell’olio di palma sostenibile.

Orangutan Land Trust: “La cosa più importante che possiamo fare tutti per salvare gli oranghi è chiedere olio di palma sostenibile”.

Orangutan Land Trust, membro dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, è in prima linea nel promuovere la sostenibilità nel settore dell’olio di palma da oltre un decennio. Il presidente e co-fondatore è Lone Droscher-Nielsen, protagonista di diversi documentari e serie televisive, tra cui Orangutan Island e Orangutan Jungle School. Lone, nominata Cavaliere in Danimarca per il suo impegno a tutela della fauna selvatica,e creatrice del progetto Nyaru Menteng Orangutan Rehabilitation Project nel Borneo indonesiano. Oggi è il più grande progetto di salvataggio di primati al mondo ed è diventato il modello di riferimento per il salvataggio, la riabilitazione e la reintroduzione degli oranghi nel loro habitat. Lone stessa ha salvato personalmente centinaia di oranghi.

“Molti degli oranghi che abbiamo salvato sono stati vittime dell’ espansione non sostenibile della palma da olio nel Kalimantan centrale negli ultimi decenni”, spiega. “Abbiamo salvato oranghi affamati e malati perché il loro habitat forestale è stato abbattuto o bruciato, esemplari gravemente feriti mentre vanno in cerca di cibo nei villaggi e nelle fattorie. La maggior parte dei cuccioli che accogliamo sono “fortunati” orfani a causa di questi conflitti con l’uomo”.

“Abbiamo progettato il centro nel 1998 per ospitare fino a 100 oranghi. Quando all’inizio degli anni 2000 stavamo letteralmente esplodendo con molte centinaia di animali, ci siamo resi conto che avevamo davvero bisogno di fare qualcosa per arginare l’ondata di vittime in arrivo; in primo luogo dovevamo impedire che gli oranghi venissero sfollati o danneggiati. Quindi abbiamo deciso di esaminare più a fondo cosa si poteva fare insieme all’industria dell’olio di palma stessa. Abbiamo sensibilizzato i  gestori delle piantagioni spingendoli ad adottare migliori pratiche, abbiamo lavorato con piattaforme multistakolder come RSPO, determinati a cambiare il modo in cui veniva prodotto l’olio di palma affinché non danneggiasse gli oranghi e il loro habitat della foresta pluviale. Questi sforzi fanno davvero la differenza nella protezione della vita degli oranghi. Proprio perché l’olio di palma convenzionale è catastrofico per gli oranghi e le foreste, la scelta dell’olio di palma sostenibile è fondamentale per la loro sopravvivenza. La cosa più importante che possiamo fare tutti per salvare gli oranghi è chiedere e scegliere olio di palma sostenibile“.

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OVAID – Aiuto veterinario per gli oranghi: curare le vittime degli oranghi di palma da olio insostenibile

Un’altra organizzazione testimone dell’impatto dell’olio di palma non sostenibile sugli oranghi è Orangutan Veterinary Aid. Questa organizzazione con sede nel Regno Unito supporta le squadre veterinarie dei centri di soccorso per oranghi nel Borneo e Sumatra, fornendo attrezzature, formazione e assistenza pratica. Il suo direttore, il dott. Nigel Hicks, condivide il suo punto di vista: “Lavorando con le squadre veterinarie in prima linea nel salvataggio degli oranghi, dobbiamo regolarmente occuparci di oranghi gravemente traumatizzati sia fisicamente che mentalmente. I centri di soccorso lavorano costantemente con le comunità locali e i proprietari delle piantagioni vicine nel tentativo di educarli e quelle piantagioni che aderiscono alle regole e alla produzione sostenibile si impegnano a proteggere gli oranghi che si trovano sulla loro terra.

 “L’industria multimiliardaria dell’olio di palma non scomparirà, quindi è essenziale dialogare con essa nel tentativo di ridurre la deforestazione e preservare gli oranghi. È necessario impegnarsi con le aziende per generare rispetto per l’orango e sviluppare corridoi forestali per facilitare lo spostamento degli esemplari, nonché esplorare le opzioni possibili affinché gli interessi commerciali a sostegno delle economie locali evitino la distruzione della foresta vergine e adottino un’etica più sostenibile. Tutto ciò andrà a beneficio della fauna selvatica, delle comunità indigene che abitano le foreste e del nostro clima; salvando gli oranghi e preservando il loro habitat forestale stiamo automaticamente apportando i cambiamenti necessari per proteggere il nostro mondo. Pertanto, tutti devono fare la loro parte, come individui, per ridurre il consumo complessivo di olio di palma e cercare prodotti provenienti da fonti sostenibili; è un compito essenziale che dobbiamo affrontare con grande urgenza se vogliamo apportare un cambiamento”.

HUTAN: “Adottare pratiche sostenibili sarà di grande aiuto agli oranghi che vivono al di fuori delle foreste protette”.

A Sabah, nella parte malese del Borneo, gli ambientalisti dell’ONG Hutan studiano da decenni oranghi, elefanti e altri animali selvatici nella pianura alluvionale di Kinabatangan. Poiché le popolazioni di queste specie sono diventate sempre più frammentate a causa della coltivazione della palma da olio e di altre attività, sono state implementate strategie per proteggere gli animali sempre più vulnerabili. Il Dr Marc Ancrenaz, Direttore Scientifico di Hutan spiega:

“Le nostre osservazioni a Sabah mostrano che gli oranghi utilizzano i paesaggi dominati dalla palma da olio in cui vivono. Pertanto, è fondamentale sostenere le migliori pratiche di sfruttamento e conservare gli alberi all’interno delle piantagioni. Gli oranghi sono più adattivi di quanto pensiamo: oggi si trovano nelle zone agricole e bisogna fare di tutto per sostenere questi esemplari. Adottare pratiche sostenibili sarà di grade aiuto agli oranghi che vivono al di fuori delle foreste protette. Pertanto, dobbiamo progettare nuove vie per far coesistere persone e oranghi nell’Antropocene”.

Borneo Futures: Interventi scientifici per la conservazione.

Il dottor Ancrenaz è anche co-direttore di Borneo Futures, insieme al dottor Erik Meijaard. Borneo Futures è impegnato in progetti incentrati sulla scienza innovativa che studia le pratiche e le politiche di gestione ambientale nelle aree forestali tropicali. Il dott. Meijaard guida anche la Task Force per la sostenibilità della palma da olio dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). In un’intervista con la BBC News, il dott. Meijaard ha dichiarato: “Gli oranghi sono una specie che vive nella pianura di Sumatra nel Borneo ed è lì che viene coltivato l’olio di palma. I due spesso si scontrano, l’olio di palma si sostituisce alla foresta e spinge gli oranghi a spostarsi verso le zone abitate dove le popolazioni si scontrano con gli oranghi e finiscono per ucciderli. Gli oranghi sono incredibilmente versatili, ma non possono difendersi dalle armi degli umani. Poiché questa specie si riproduce in tempi molto lunghi la loro uccisione ha un impatto devastante.”

Attenzione però al boicottaggio generalizzato dell’olio di palma.

“Se l’olio di palma non esistesse, si dovrebbe comunque far fronte alla stessa domanda globale di olio vegetale. Se si smettesse di produrre palma, altri oli dovranno essere prodotti da qualche altra parte. Quindi, invece di danneggiare gli oranghi, si danneggeranno gli orsi o i giaguari, si sposterebbe il problema da qualche altra parte senza risolverlo, fino a che la domanda di olio non sarà soddisfatta”.

GPOCP – Gunung Palung Orangutan Conservation Program: conservazione basata sulla comunità.

Il Gunung Palung Orangutan Conservation Program è un centro di ricerca nel Kalimantan occidentale che si occupa di conservazione basata sulla comunità. In qualità di firmatari della Dichiarazione a sostegno dell’olio di palma sostenibile sottoscritta da quasi 100 organizzazioni per la conservazione in tutto il mondo, il GPOCP nutre speranze per l’orango: “C’è speranza per le restanti popolazioni di oranghi nel Borneo e a Sumatra, ma avremo successo solo con il contributo di tutte le parti interessate: ONG, comunità locali, ricercatori scientifici, governi locali, nazionali e internazionali e individui attenti alla conservazione”.

Orangutan Conservancy: “L’olio di palma non ha bisogno di distruggere più foreste nelle conversioni e nelle concessioni”. 

L’Orangutan Conservancy  è dedicato alla protezione degli oranghi nel loro habitat naturale attraverso la ricerca, attività di capacity building, l’educazione e campagne di sensibilizzazione del pubblico e sostenendo numerosi sforzi sul campo per salvare l’unica grande scimmia del sud-est asiatico. Anche loro supportano l’olio di palma sostenibile.

“Qui all’Orangutan Conservancy siamo ben consapevoli del danno procurato dalla domanda crescente di olio di palma – riconosciamo anche che non è interamente colpa del paese di produzione in quanto le più alte richieste di prodotti di palma da olio provengono da nazioni altamente sviluppate e la lotta deve iniziare lì, non nelle nazioni in via di sviluppo dove nasce la produzione di palma da olio. Sappiamo anche che l’olio di palma è un prodotto usato in molti prodotti, e comprendiamo che non può essere eliminato del tutto, ma di certo non ha bisogno di distruggere più foreste”.

Sumatran Orangutan Society: “Dobbiamo chiedere la fine della deforestazione per garantire un habitat sicuro agli oranghi e a tutte le altre specie che dipendono anche dalla foresta pluviale”.

La Sumatran Orangutan Society sostiene da tempo un olio di palma sostenibile. Alla domanda “Dovremmo boicottare l’olio di palma?” SOS risponde: “Questa è una domanda a cui ogni singolo consumatore, e ogni azienda con olio di palma nelle proprie filiere, deve rispondere da sé. Un’azienda potrebbe eliminare l’olio di palma dai propri prodotti finché non si sente sicura che la propria catena di approvvigionamento è priva di deforestazione. Un consumatore che attraversa i reparti del supermercato potrebbe voler passare il messaggio che è consapevole e indignato dagli impatti negativi dell’industria dell’olio di palma scegliendo i prodotti alternativi senza olio di palma.

La questione sulla quale incoraggiamo i consumatori e le aziende a riflettere è:

Questa azione aiuterà gli oranghi, le foreste e le comunità? La risposta è un inequivocabile no. Quello che dobbiamo fare è garantire che sia coltivato nel modo meno dannoso possibile. Le palme da olio non devono essere coltivate a spese delle foreste. Invece, dobbiamo chiedere la fine della deforestazione per garantire un habitat sicuro per gli oranghi e tutte le altre specie che dipendono anche dalla foresta pluviale».

 

 

Come raccomandano gli organizzatori della Orangutan Caring Week:

“Dobbiamo esprimere la nostra preoccupazione e stimolare un cambiamento positivo attraverso attività e iniziative che vadano oltre le semplici chiacchiere. Per le persone che sentono per la prima volta parlare di questi problemi, probabilmente il confronto e il dialogo sono sufficienti. Tuttavia, per tutti coloro che già conoscono i problemi di sopravvivenza di questa specie, limitarsi a parlarne non è sufficiente…  Per salvare l’orango e la foresta pluviale è necessario agire. Se mai c’è stato un momento per preoccuparsi, quel momento è adesso!