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16/10/2024

Orangutan Land Trust al Capalbio Film Festival: “Ozi, la voce della foresta” riapre il dialogo sull’olio di palma sostenibile con un messaggio di speranza

 

di Michelle Desilets – Direttore esecutivo Orangutan Land Trust

 

Il mese scorso, ho avuto la rara e meravigliosa opportunità di viaggiare nel cuore della Toscana per partecipare al Capalbio Film Festival.  L’evento, giunto alla terza edizione, riunisce registi , attori, attivisti e amanti del cinema da tutta Italia e oltre, in questo angolo tranquillo del paese. Sono stati presentati film di molti generi, tra cui, nel Green Ciak Day, la giornata che come ogni anno il Festival dedica alla sostenibilità, anche il film d’animazione Ozi : Voice of the Forest , prodotto da Leonardo diCaprio e Mike Medavoy,

 

Ozi, la voce della foresta fa riflettere sulla relazione tra uomo e natura e riapre il dialogo sull’olio di palma certificato sostenibile con un messaggio di speranza

Ozi è un’orango che usa le sue capacità di influencer per salvare la sua foresta e la sua casa dalla deforestazione. Sono stata invitata alla proiezione del film e a condividere le mie riflessioni su di esso, oltre a discutere di ciò che è necessario fare per salvare gli oranghi e la foresta pluviale in un Talk intitolato “One Health: La salute del pianeta e dell’uomo. Prevenzione, longevity, ambiente”, moderato dal Prof. Carlo Alberto Pratesi, dell’Università Roma Tre insieme a Guendalina Graffigna, Andrea Giorgi, Serafina Lentini, Tiziana Lazzari e Margot Sikabonyi.

La proiezione di Ozi ha visto la partecipazione di persone di tutte le età nel caratteristico Nuovo Cinema Tirreno di Borgo Carige. Era doppiato in italiano, a volte ho fatto fatica a seguire i dialoghi, ma le immagini hanno permesso una chiara comprensione della storia. Il film si apre con una famiglia di oranghi che vive in armonia in una rigogliosa foresta pluviale e la piccola Ozi è affascinata da tutto ciò che vede intorno a sé. Si diverte, gioca e impara sotto gli occhi attenti e amorevoli dei suoi genitori. Non molto tempo dopo l’inizio del film, le cose cambiano all’improvviso, quando scoppia un incendio e arrivano le ruspe, e Ozi viene separata dai suoi genitori. Ricordando il film Bambi, questa lunga e tumultuosa scena è stata assolutamente terrificante. Mi ha riportato immediatamente indietro alle stagioni secche in Indonesia (in particolare nel 1998 e nel 2015), quando gran parte del Borneo era in fiamme e mi sono unita in prima linea ai team di salvataggio degli oranghi e alle squadre antincendio.

Ozi viene salvata da una gentile signora che gestisce un progetto di salvataggio della fauna selvatica. La struttura ricorda il progetto di riabilitazione degli oranghi istituito nel Kalimantan Centrale nel 1998 dal presidente dell’Orangutan Land Trust, Lone Droscher-Nielsen. Ozi e altri cuccioli di orango dormono in ceste per il bucato e amache e durante il giorno giocano e apprendono in una scuola nella foresta. Ozi impara la lingua dei segni, e uno dei membri del team crea un dispositivo che traduce i suoi segni in parole pronunciate. Riceve in dono un tablet e inizia ad utilizzare i social e scopre così che i suoi genitori sono ancora vivi e quindi parte alla loro ricerca. Trasmette aggiornamenti al mondo attraverso il suo tablet, mentre scopre cosa sta accadendo alla foresta pluviale al di fuori del centro di riabilitazione. Questi video diventano presto virali e Ozi diventa una influencer che allerta il mondo sulla distruzione in corso. Alla fine, l’attenzione generata spinge la compagnia di olio di palma, che stava deforestando, a fermare l’abbattimento della foresta e a diventare una azienda sostenibile.

Molti aspetti del film e della sua trama mi hanno toccato. Dalla terrificante distruzione che ha avuto luogo nell’habitat degli oranghi, ai cuccioli orfani traumatizzati e alla speranza di un futuro per loro grazie ai progetti di salvataggio e riabilitazione. Il film ci mostra che i social media possono essere uno strumento positivo, per informare ed educare le persone e per chiamare in causa le aziende che distruggono il pianeta. E la storia si conclude con una nota di ottimismo: le aziende possono cambiare e la sostenibilità è la strada da seguire.

Tuttavia, il film mancava di molte delle sfumature necessarie per raccontare la vera storia dell’olio di palma, della deforestazione, degli oranghi e della sostenibilità. Forse ciò è dovuto alle limitazioni imposte dal pubblico di riferimento, ai limiti di tempo e alla necessità di intrattenere. L’anonima azienda di olio di palma è rappresentata come un grande nemico cattivo, il che avrebbe potuto trasmettere agli spettatori il messaggio che tutte le aziende di olio di palma sono malvagie. Non è chiaro cosa abbia spinto l’azienda fittizia a fermare le ruspe; era semplicemente la paura di perdere affari a causa della condanna scatenata sui social media o si rendeva  davvero conto degli errori commessi? Il film si chiude con un commento del tipo “beh, l’azienda afferma che diventerà sostenibile, ma dobbiamo aspettare e vedere se ciò accadrà davvero”.

Avrei apprezzato molto se fossero stati dedicati alcuni minuti in più nel film per dire: “…e 5 anni dopo, questa azienda e molte altre sono diventate sostenibili, e ciò ha significato meno deforestazione e più spazio per gli oranghi per spostarsi liberamente!”.

 

Ozi, la voce della foresta fa riflettere sulla relazione tra uomo e natura e riapre il dialogo sull’olio di palma certificato sostenibile con un messaggio di speranza

 

Nel Talk “One Health” che ha seguito lo proiezione, così come attraverso alcune interviste che ho rilasciato, ho avuto la possibilità di elaborare ulteriormente questi pensieri. Ho spiegato che effettivamente l’espansione dell’olio di palma è stata catastrofica per gli oranghi e per il loro habitat. Ma ho anche potuto condividere i cambiamenti positivi che ho visto (e di cui ho fatto parte) nei 30 anni da quando ho iniziato a lavorare nella conservazione degli oranghi. Le campagne di ONG come Orangutan Land Trust non solo hanno aumentato la consapevolezza di questi problemi, ma hanno motivato i sostenitori a fare scelte che fanno la differenza, come puntare sull’olio di palma sostenibile. I social media possono essere usati sia come “carota” che come “bastone” per spingere le aziende lungo la filiera a impegnarsi in pratiche sostenibili. Le nostre attività di coinvolgimento degli stakeholder sia direttamente che attraverso piattaforme come RSPO, Sustainable Palm Oil Choice e Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile hanno prodotto risultati tangibili sul campo, dove più conta.

Spero sinceramente che il film Ozi: Voice of the Forest aumenti la consapevolezza e che gli spettatori si prendano il tempo per esplorare ulteriormente cosa si può fare, cosa si sta GIA’ facendo e come si può essere parte di un cambiamento positivo.

 

 

 

 

Leggi la dichiarazione congiunta con lo Zoo di Chester, la Sumatran Orangutan Society, il Durrell Institute of Conservation and Ecology (DICE), Borneo Futures e Hutan in risposta al film:

In Support of Sustainable Palm Oil – Experts Respond to Ozi: Voice of the Forest

 

Guarda l’intervista

Sostenibilità: Desilets (Olt), ‘la produzione sostenibile dell’olio di palma sta cambiando ciò che accade sul campo’
stream24.ilsole24ore.com – 24 settembre 2024