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29/09/2017

WWF GERMANIA: il rapporto sull’olio di palma conferma che il boicottaggio non è la soluzione

WWF Germania a dicembre 2016 ha condotto un interessante studio sull’olio di palma dove ne analizza la tipologia di consumo, la produzione e l’impatto ambientale, confrontandolo con altri oli vegetali.

Si parte da un dato: a livello mondiale l’uso principale dell’olio di palma (68%) è a fini alimentari, seguito dall’uso industriale nella cosmetica, produzione di detergenti (27%) e infine per la produzione di energia (5%). La prima conclusione a cui giunge WWF Germania è che anche se la produzione di olio di palma venisse completamente sostituita con altri oli, il problema della perdita di biodiversità si risolverebbe in parte, ma resterebbe quello dell’impatto ambientale in generale, visto che la produzione degli altri oli incide sull’ambiente di più rispetto alla coltura del palma (per consumo suolo, uso acqua, fertilizzanti e diserbanti).

Se per esempio la produzione di olio di palma in Indonesia venisse sostituita da quella di cocco, sarebbero necessari 364.000 ettari di terra invece dei 175.000 di cui necessita l’olio di palma per produrre la stessa quantità di prodotto. Se invece volessimo produrre in Europa l’olio di cui abbiamo bisogno bisognerebbe adibire alla produzione di olio di girasole e di colza 275.000 ettari di terra.

Discorso analogo vale per le emissioni: se in Asia la produzione di olio di palma venisse completamente sostituita dall’olio di cocco verrebbero rilasciati in atmosfera 309 milioni di tonnellate di gas serra in più rispetto a quanto prodotto dal palma.

WWF Germania conclude la sua analisi sottolineando che l’impatto della produzione di olio di palma e degli altri oli su persone e ambiente in generale richiede comunque, a prescindere, un cambiamento a livello ecologico, economico e sociale che si traduce anche in un cambiamento dei nostri comportamenti di consumo.

Non è, insomma, il semplice boicottaggio la soluzione per evitare gli impatti negativi del consumo di olio di palma sull’ambiente, poichè una sostituzione indiscriminata di questo con altri oli vegetali non risolverebbe il problema, ma anzi lo aggraverebbe. Pensiamo, ad esempio, se tutto l’olio di palma venisse sostituito da quello di soia e cocco: questo porterebbe ad un incremento sia delle porzioni di territorio adibite alle coltivazioni (l’olio di palma richiede meno terra degli altri), sia ad un incremento delle emissioni di gas serra e metterebbe a rischio un numero maggiore di specie. La sostituzione dell’olio di palma con quelli di colza e girasole in Europa potrebbe abbassare la pressione sulla biodiversità, ma il suolo che occorrerebbe per ospitare tali coltivazioni – visto che necessitano di maggiore terreno dell’olio di palma – non sarebbe sufficiente.

WWF Germania ricorda che la vera sfida sta nel modificare le abitudini alimentari, aderendo maggiormente alle indicazioni nutrizionali dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, ricordiamo, prevede che i grassi rappresentino il 30% dell’intake giornaliero e, di questi, fino al 10% sia rappresentato da grassi saturi. Una dieta piu bilanciata, avrebbe come conseguenza anche una riduzione dell’impatto ambientale dei consumi alimentari, sul quale, come è noto, incidono diverse commodities agricole e soprattutto gli allevamenti.

Da WWF Germania, infine, arriva un’altra importante raccomandazione: tutti gli oli vegetali, che sia palma, cocco, colza o girasole, devono essere soggetti ad ambiziosi standard di sostenibilità ambientale e sociale.

Il fatto che l’olio di palma sia il più efficiente in termini di utilizzo di suolo, acqua, energia e pesticidi/fertilizzanti richiesti è un dato di fatto. Così come tutti sanno che, per alcune applicazioni, l’olio di palma non è sostituibile con altri oli.

WWF si rivolge quindi a tutte le imprese che usano olio di palma dando alcune indicazioni fondamentali:

  1. Scegliete solo olio di palma certificato 100% sostenibile
  2. Acquistate olio di palma solo da produttori certificati ovvero con piantaggioni che non sorgono su terreni deforestati
  3. Impegnatevi ad evitare l’uso di pesticidi tossici
  4. Stabilite chiari obiettivi di riduzione delle emissioni da piantaggioni e frantoi
  5. Dimostrate di approviggionarvi solo da fonti legali
  6. E in caso vogliate scegliere oli vegetali alternativi, preferite solo quelli che rispettano elevati standard di sostenibiità ambientale e sociale dando, dove possibile, priorità a oli prodotti localmente.

In linea con gli obiettivi sottoscritti da diversi Paesi, tra i quali anche l’Italia, WWF Germania ribadisce che a livello legislativo, consumatori e aziende dovrebbero richiedere con forza norme e regolamenti restrittivi da applicare all’interno dei Paesi comunitari affinché tutte le importazioni provengano da fonti certificate 100% sostenibili.