Promuovere la cultura della sostenibilità nella filiera dell’olio di palma, intesa nella sua più ampia accezione: ambientale, sociale, economica e nutrizionale, in una visione olistica che tenga conto delle strategie EU Farm to Fork e Green Deal ed in linea con la visione programmatica sintetizzata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dall’Agenda 2030. E’ questa la mission dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile.
Nell’ottica dell’SDG 17 (Partnership per Obiettivi) – che sottolinea la valenza strategica di azioni collettive inclusive, costruite su principi, valori e finalità condivise nel favorire lo sviluppo sostenibile – dopo aver recentemente accolto come Membri Sostenitori due organismi non governativi Orangutan Land Trust e Amici della Terra Italia, l’Unione italiana per l’Olio di Palma Sostenibile entra a far parte dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, che riunisce oltre 300 organizzazioni accomunate da una missione fondamentale: far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, per favorire la crescita di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli e contribuire alla definizione di una strategia nazionale per il conseguimento degli SDGs.
Con l’adesione ad ASviS, l’Unione Italiana per l’olio di Palma Sostenibile si propone di collaborare al perseguimento di questi obiettivi, anche rappresentando l’importante contributo che la filiera certificata e sostenibile dell’olio di palma offre al raggiungimento degli stessi.
Siamo convinti che dalla collaborazione con ASviS e le diverse organizzazioni facenti parte della sua rete potranno nascere importanti sinergie in grado di amplificare e arricchire i rispettivi messaggi e contenuti, al fine di orientare il Sistema Paese verso modelli di sviluppo e di consumo più responsabili.
Grazie agli impegni del settore pubblico e privato e della società civile la filiera dell’olio di palma ha compiuto importanti progressi. Le politiche governative dei paesi produttori volte a ridurre la pressione sulle foreste e gli incendi, gli impegni NDPE (No Deforestation, No Peat, No Explotation) del settore privato e criteri di certificazione sempre più stringenti stanno dando frutti sempre più tangibili.
Secondo i dati recentemente diffusi da Global Forest Watch, a fronte di un incremento globale della perdita di foreste primarie del 12% nel 2020, Indonesia e Malesia , che rappresentano l’85% della produzione mondiale di olio di palma, mostrano evidenti segnali di inversione di tendenza. Entrambi i paesi hanno drasticamente ridotto il tasso di deforestazione per il quarto anno consecutivo.
Anche l’ultimo rapporto di CDP elogia l’impegno dell’industria dell’olio di palma, che tra le 7 commodityanalizzate (olio di palma, legno, allevamento bovini, soia, gomma, cacao e caffè) è la più virtuosa. Pressoché la totalità (98%) delle aziende del settore sta infatti impegnandosi in modo adeguato per eliminare la deforestazione dalla propria catena di fornitura.
Per quanto riguarda il mercato italiano, l’ultimo Report annuale pubblicato dall’Unione conferma che siamo prossimi al traguardo. Nel 2019 in Italia circa il 92% dell’olio di palma utilizzato dall’industria alimentare era già certificato RSPO, di cui il 98% circa di tipo Segregato.
L’Italia è oggi il 5° paese al mondo per numero di aziende associate a RSPO, con oltre 229 membri e 172 siti produttivi certificati.
Paradossalmente, la domanda di olio di palma certificato sostenibile è ancora molto inferiore all’offerta: appena il 50% dell’olio di palma certificato sostenibile disponibile viene venduto come tale sui mercati internazionali.
E’ quindi essenziale creare le migliori condizioni per favorire l’adozione di comportamenti sempre più virtuosi da parte delle imprese produttrici ed utilizzatrici e dei consumatori:
Il nostro impegno proseguirà con sempre maggiore intensità anche grazie alla nostra adesione all’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.