News

28/06/2023

Olio di palma sostenibile: inclusione, innovazione e cooperazione

 

Come conciliare sviluppo socio-economico, produzione sostenibile, innovazione tecnologica e cooperazione? Ne hanno discusso Matteo Bellotta (Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, CMCC), Marieke Leegwater e Michel Riemersma (Solidaridad) e Elena Proietti (Erreppi), nel corso del webinar intitolato “Olio di palma sostenibile: inclusione, innovazione e cooperazione”,

Si tratta del secondo di un ciclo di eventi online volti a sensibilizzare e informare sulle sfide che affronta la filiera dell’olio di palma nel perseguimento dello sviluppo sostenibile della sua catena di approvvigionamento organizzato dall’Unione italiana per l’Olio di Palma Sostenibile e Solidaridad nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023 promosso da AsviS.

 

Qual’è l’impatto socio-economico delle piantagioni di palma da olio?

Secondo uno studio condotto dal CMCC, che ha condotto una review analizzando 82 pubblicazioni scientifiche sull’impatto socio-economico delle piantagioni di palma da olio, «la filiera gioca un ruolo chiave nel sostenere l’economia e il sostentamento delle comunità locali in molti Paesi in via di sviluppo, contribuisce alla riduzione dei tassi di povertà e migliora l’accesso fisico, sociale ed economico al cibo sufficiente, sicuro e nutriente – ha spiegato Matteo Bellotta – Tuttavia, si può (e si deve) fare di più. Vi sono ancora una serie di questioni critiche, che riguardano le condizioni dei lavoratori e ampie disuguaglianze di genere, ma l’adozione di schemi di certificazione di sostenibilità possono risolvere i problemi ancora aperti».

Ancora una volta, il messaggio è chiaro: l’unica vera alternativa all’olio di palma è l’olio di palma sostenibile, un importante driver per lo sviluppo socio-economico e dei Paesi produttori, ed in particolare degli smallholder.

 

Ma perché è così importante l’inclusione degli smallholder?

«La filiera dell’olio di palma contribuisce a migliorare le condizioni di vita di milioni di piccoli agricoltori, che producono circa il 40% della produzione mondiale ma meno del 10% di olio di palma certificato sostenibile» ha affermato Marieke Leegwater (Solidaridad). Un dato che rischia di peggiorare con l’entrata in vigore del regolamento EUDR.

È dunque fondatamente che policy maker e aziende collaborino con essi.

Ai primi si raccomanda di avviare impegni su larga scala e misure di supporto per sostenere gli smallholder nonché di riconoscere gli sforzi ed i progressi ad oggi compiuti. Come ha ricordato Michel Riemersma (Solidaridad) «grazie alla cooperazione tra Paesi produttori, aziende e ONG, la deforestazione associata a questa commodity è diminuita notevolmente negli ultimi dieci anni, rispetto ai livelli storici, rappresentando meno del 5% ».

Alle grandi aziende, invece, si raccomanda di garantire ai piccoli produttori un prezzo equo che copra i costi della produzione sostenibile. Solo cosi sarà possibile garantire che l’olio di palma certificato sostenibile e deforestation-free diventi la norma, incrementando ulteriormente il suo già notevole impatto positivo sui Sustainable Development Goals (SDGs).

 

Innovazione driver fondamentale per lo sviluppo sostenibile

L’innovazione, affiancata da una formazione accurata sul campo, consente di elevare ulteriormente gli standard di sostenibilità ambientale, sociale ed economica del settore senza compromettere efficienza e produttività e migliorando la redditività. La case history di Erreppi è un interessante esempio. Combinando il know-how nel settore meccanico-manifatturiero italiano e la pluriennale esperienza sul campo, l’azienda ha sviluppato una macchina innovativa – il Buffalo – che consente l’adozione di pratiche più sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche sotto il profilo sociale ed etico, tutelando la sicurezza dei lavoratori e promuovendo l’inclusione la parità di genere. «La missione di Erreppi va oltre la semplice fornitura di tecnologia per la meccanizzazione – ha spiegato Elena Proietti, export manager dell’azienda di famiglia e Vice Presidente di Confindustria Foligno – puntiamo a migliorare la sostenibilità dei piccoli produttori ed il loro know how, curando la formazione del personale locale per qualificarlo e fornirgli le competenze necessarie per guidare il cambiamento».

 

Come ha ricordato nelle sue conclusioni Mauro Fontana, Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, «E’ imprescindibile abbracciare l’innovazione. Non parliamo solo di tecnologia ma anche di un nuovo approccio nell’affrontare e risolvere i problemi. Bisogna superare pregiudizi e divisioni per individuare soluzioni sinergiche, eque ed inclusive per affrontare le sfide globali dello sviluppo sostenibile senza lasciare nessuno indietro. Non ci può essere sostenibilità senza innovazione, ma non tutti gli anelli della filiera sono pronti a questo salto. Per questo l’inclusione ed il trasferimento delle innovazioni richiedono cooperazione e partenariato tra pubblico e privato”.

 

Dell’olio di palma si è molto discusso e si continua a discutere sulla base di informazioni errate o obsolete, con il rischio di orientare il mercato verso scelte che allontanano dagli obiettivi di sviluppo sostenibile invece di favorirne il raggiungimento. Questo timore è stato espresso molto chiaramente da Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia ed è stato sottolineato anche dagli esperti di Solidaridad.

Per generare maggiore awareness da parte di tutti gli stakeholder, compresi i consumatori, è necessaria quindi innovazione anche nel modo di comunicare, ed è proprio di questo che si parlato martedi 23 maggio in occasione dell’ultimo incontro: Olio di palma sostenibile: consumo e produzione responsabili.

 

 

Clicca QUI per rivedere l’evento Olio di palma sostenibile: inclusione, innovazione e cooperazione e scaricare le presentazioni